TEMPI LUNGHISSIMI PER LIBERARE LA BASILICATA DAL SUO “BUBBONE” RADIOATTIVO
ROTONDELLA – I lavori di messa in sicurezza della “fossa irreversibile” (un blocco in cemento armato contenente rifiuti nucleari di seconda categoria) sono bloccati. Come sono bloccati i progetti per la costruzione dei cask, i due contenitori necessari al trasporto delle barre del ciclo uranio-torio di Elk River. E si tratta di due dei più importanti processi di smantellamento dell'Itrec della Trisaia, il “bubbone” nucleare della Basilicata. Lavori in corso solo per la costruzione dell'ICPF (Impianto di Cementazione del Prodotto Finito). Questa la situazione del “decommissioning”, o smantellamento, del sito radioattivo di cui è incaricata la spa di proprietà del ministero del Tesoro, Sogin. Situazione di cui la Gazzetta è venuta a conoscenza dopo aver cercato informazioni sul “destino” della fossa irreversibile. Fossa che fu interessata, come riportò il 31 agosto 2014 proprio il nostro giornale, da quella che Sogin e Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientali che agisce da autorità di controllo, definirono “una anomalia nei lavori di sicurezza del blocco che non ha prodotto alcuna conseguenza radiologica su lavoratori ed ambiente”. Il monolite avrebbe dovuto essere messo in sicurezza, secondo la tabella del cantiere, entro il 16 gennaio 2015, dopo essere iniziati il 25 giugno 2012, con una spesa di circa 5 milioni e 200mila euro. Esecutrice dell'intervento l'Associazione temporanea di imprese Onectra-Nucleco con subappaltatrice le società cooperativa Bollita costruzioni. Invece? Invece risulta alla Gazzetta che Sogin sia ancora in attesa da Ispra delle autorizzazioni ai progetti di smantellamento del monolite. Progetti che hanno subito variazioni da quelli originari proprio dopo il percolamento di liquido dall'interno della struttura di contenimento di rifiuti nucleari, che si consideravano, evidentemente, solo solidi, avvenuto nell'agosto 2014. Quanto occorrerà attendere ancora? Chissà. Come non si sa quando arriverà l'approvazione, sempre di Ispra, attesa addirittura dal 2011, del Rapporto di progetto particolareggiato della costruzione dei cask, i due speciali contenitori che dovrebbero servire per il trasporto per cielo, terra o mare, delle 64 barre radioattive del ciclo uranio-torio custodite nella piscina dell'Itrec. Tempi lunghissimi, dunque, per liberare la Basilicata ed il Metapontino dal loro “bubbone” nucleare.
ESEGUE LA SOGIN SPA. LAVORI IN CORSO ALL'IMPIANTO “ICFP”
ROTONDELLA – Lavori in corso al centro atomico dismesso Itrec della Trisaia da parte dell'incaricata Sogin spa, secondo le informazioni assunte dalla Gazzetta, all'Impianto per il condizionamento del prodotto finito, indicato con l'acronimo ICPF. Si tratta della struttura di cementazione finalizzata alla messa in sicurezza dei rifiuti nucleari liquidi stoccati nel sito lucano mediante neutralizzazione e solidificazione e successivo inglobamento della corrente radioattiva nella matrice cementizia. La nuova struttura è in fase di realizzazione nella zona del Centro Enea data in concessione alla Sogin, la società interamente pubblica a cui il Governo ha affidato l'esecuzione delle operazioni di bonifica ambientale e del riporto a “prato verde” dell'area. di Filippo Mele (Gazzetta del Mezzogiorno)