Sono certo che l’assessore Franconi nell’audizione in Quarta Commissione prevista per giovedì prossimo fornirà adeguate ed esaurienti spiegazioni sulla delibera che riguarda i tetti di spesa per le strutture della specialistica ambulatoriale che si intreccia strettamente con l’accordo interregionale sulla mobilità sanitaria sottoscritto, più di recente rispetto alla delibera, in sede di Conferenza delle Regioni e quindi anche dalla Basilicata, confermando il ruolo di erogazione di servizi e prestazioni e quindi di attrazione extraregionale delle strutture “di confine” come quelle di Matera. E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio per il quale pensare semplicemente ad un “provvedimento fotocopia” di quello del 2016, duramente contestato all’unanimità dalla Quarta Commissione, imponendo a centri d’eccellenza di “respingere” utenti provenienti da fuori regione, non solo è insensato ma persino in contrasto con l’accordo sulla mobilità sanitaria che consente alla Basilicata di recuperare da altre Regioni almeno una parte della spesa altissima dovuta alla migrazione sanitaria dei lucani verso altre regioni.
Come chiede Sanità Futura ormai da anni – continua il vice presidente del Consiglio Regionale – non è più possibile disconoscere che la mobilità sanitaria è un diritto di ogni cittadino italiano ed è il vero strumento in grado di ridurre il nostro saldo passivo (differenza tra mobilità passiva e mobilità attiva) che si aggira tra i 30-40 milioni di euro l’anno e che la nostra Regione riceve in meno dal fondo nazionale attraverso la compensazione della mobilità sanitaria.
Sono altrettanto convinto – afferma ancora Castelluccio – che il presidente della Quarta Bradascio saprà difendere l’autonomia della Commissione e nel merito la posizione assunta con il cosiddetto parere favorevole condizionato espresso sul provvedimento 2016 per mettere fine al comportamento, censurabile istituzionalmente prima che politicamente, del Dipartimento Salute che ha finto di accogliere le modifiche proposte dalla IV Commissione e in realtà nulla ha cambiato rispetto alle importantissime questioni della territorialità, dell’equità di accesso e della competitività. Nello specifico è necessario rimodulare il contenuto della deliberazione sui tetti di spesa tenendo in considerazione l’individuazione di almeno due ambiti di zona per “liberare” l’intero comparto del tutto ingessato a causa di un forte immobilismo che si protrae ormai da anni.
Per il vice presidente del Consiglio se ci sono alcune migliaia di cittadini di altre regioni che ogni anno si rivolgono a strutture private accreditate di Matera ci sarà pure un motivo che solo il Dipartimento Salute ignora al contrario della Commissione che con coraggio e lungimiranza ha sostenuto scelte strategiche e prioritarie per il miglioramento dell’ erogazione di prestazioni e servizi all’utenza. Sul fronte dell’imprenditoria nella sanità si tratta di affermare il principio della competitività tra le strutture private accreditate, competitività che non può solamente tradursi in semplici percentuali di tetto. La vera competitività potrà realizzarsi solo a condizione che siano fissati da una Delibera Regionale essenziali prerequisiti da cui non è possibile prescindere.