Il Museo della Pastorizia che sarà inaugurato sabato prossimo a Castelsaraceno è un’iniziativa particolarmente significativa perché stimola l'interesse sulle problematiche del comparto agro-pastorale, considerato a torto un’arretratezza del sistema agricolo, contribuisce a valorizzare i prodotti in base alla loro genuinità, tipicità e provenienza, a guidare le nuove generazioni all'approccio con la cultura e le tradizioni contadine attraverso spaccati di vita reale, in via di graduale scomparsa e a sensibilizzare i giovani sulle tematiche ambientali e naturalistiche, legando a queste il ruolo multifunzionale dell'agricoltore. E’ quanto sostiene la Cia dell’area del Potentino.
Al museo – è scritto nella nota – va abbinato un progetto organico per la valorizzazione del patrimonio zootecnico dell’area Pollino-Mercure-Lagonegrese e dei prodotti lattiero-caseari tipici di quest’area con l’obiettivo di creare le condizioni ideali per la valorizzazione del prodotto, attraverso un percorso fatto di regole e comportamenti a cui il produttore dovrà sottostare al fine di avere un prodotto qualificato, marchiato, etichettato e riconosciuto. Si tratta di un progetto ambizioso di qualificazione del prodotto, attualmente anonimo e non classificabile perché senza regole, che contribuirà notevolmente all'affermazione sul mercato di un prodotto valido e competitivo con un marchio specifico di tipicità e tracciabilità che sicuramente apporterà reddito e benefici: lo slogan sarà la selezione per la valorizzazione.
Inoltre, le greggi nel comprensorio Pollino-Mercure-Lagonegrese – aggiunge la Cia – vanno salvaguardate dai predatori “naturali” come i lupi e i cinghiali e del commercio all’ingrosso che strappa prezzi stracciati per i nostri allevatori o in questi giorni che precedono la Pasqua importano agnelli e capretti dall’estero “spacciandoli” per carni nostrane. Altro punto che come Cia vogliamo chiarire è che i pastori non vogliono indennizzi al contrario vogliono lavorare, allevare le pecore senza temere i predatori, dormire senza il timore di essere svegliati dal pianto delle pecore sgozzate. Nessun indennizzo potrà mai risarcire l’umiliazione che si prova quando ci si sente abbandonati dalle istituzioni.
Anche la nostra idea di moderna pastorizia – sottolinea la nota – rientra nel progetto del "Network dei Valori” con "Reti d'impresa territoriali" capaci di mettere in trasparenza l'intero processo di filiera che porta i prodotti agricoli e alimentari locali dalla stalla al consumatore che abbiamo definito nell’Assemblea regionale prima e nella Conferenza Economica di Bologna successivamente.
Non possiamo più tollerare che per pagare un caffè al bar l'allevatore di Castelsaraceno dovrebbe mettere sul bancone oltre 2 litri di latte . La proposta della Cia è semplice e chiara: bisogna creare accordi sinergici ben codificati tra l'agricoltura, l'artigianato, il commercio, la logistica, gli enti locali per costruire un percorso virtuoso intorno alle produzioni agroalimentari. Una sorta di patto per dare vita a "Reti d'impresa territoriali" con un codice di tracciabilità "ad hoc", da apporre sul packaging dei cibi, a certificazione e garanzia del processo avvenuto all'interno di un accordo di "Network".