“Oggi si è svolta la cerimonia celebrativa del 165° Anniversario della fondazione della Polizia. Purtroppo, però, il lento declino concettuale e politico in cui in questi ultimi dieci anni sta incolpevolmente scivolando l’Istituzione, ci porta a ritenere che non ci sia un granché da festeggiare. Il decadimento culturale sulle politiche della sicurezza ha leso l’autorevolezza dell’Amministrazione e il rischio, oggi, è quello di un progressivo deperimento della funzione. Per tale motivo, pur ringraziando le Istituzioni per l’invito, abbiamo deciso di non partecipare all’iniziativa”.
Lo hanno affermato il Consigliere Nazionale Les Polizia di Stato, Nunzio Di Lecce e il segretario generale dell’Ugl Matera, Pino Giordano per i quali, “è solo grazie alla regia del Questore di Matera, dott. Paolo Antonio Maria Sirna che si sono potuti raggiungere dalla Polizia in provincia di Matera ottimi risultati, nell'ultimo anno, al punto che la città capitale europea della cultura nel 2019 continua ad essere considerata tra le più sicure d'Italia. Questo si deve al comportamento dei nostri uomini che operano con silenzio nel territorio materano – proseguono i sindacalisti. Un lavoro eccellente ma non possiamo nascondere del quale le autorità non vengono mai messe a conoscenza di quello relativo al malcontento del personale, che, a causa di leggi inadeguate e mancanza della certezza della pena, senza contare la mancanza di strumenti adeguati di autodifesa, vanificano il lavoro svolto dalle forze dell’ordine mettendo a rischio anche l’incolumità degli operatori stessi. Un malcontento che aleggia pesantemente proprio in quei poliziotti che svolgono servizio in volante che lavorano su strada dalla mattina alla sera compresa la notte. Allora, visto che questo non lo dice nessuno, lo facciamo noi dell’Ugl che, come sempre, ci mettiamo la faccia per dare voce a chi non ce l’ha ed a chi spesso viene dimenticato. Se esistesse un misuratore del malcontento dei poliziotti, siamo certi che oggi avremmo toccato il picco massimo a causa di un riordino delle carriere che delude le aspettative di molti poliziotti dopo un ventennio dall’ultimo riordino, una politica nazionale miope che sta chiudendo uffici della Polizia di Stato. Potremmo continuare ancora per molto tempo .- proseguono Di Lecce e Giordano -, ma la verità è ben distante dalle sole statistiche. Oggi più che mai, i poliziotti sono chiamati a svolgere un lavoro delicato se solo pensate che un poliziotto su strada deve valutare e decidere cosa fare in pochi secondi o forse minuti, nessun professionista si trova a dover decidere in così poco tempo cose importanti. Senza contare i tagli che hanno messo in ginocchio il comparto sicurezza, risorse per la manutenzione ordinaria delle caserme quasi azzerati, divise insufficienti, uffici immigrazione e di frontiera al collasso causa carenza personale. Di fronte ad un Governo che riduce le risorse economiche e umane, di fronte alla chiusura di uffici territoriali strategici, di fronte allo svilimento delle funzioni di contrasto alla criminalità, di fronte ad un riordino delle carriere “truffa” attualmente in discussione, i poliziotti non possono presentarsi in piazza con il sorriso stampato sulle labbra, vestiti a festa, con le auto nuove e luccicanti, a raccontare bugie alla popolazione. La triste realtà è che ogni giorni i poliziotti si scontrano con situazioni di precarietà dei mezzi a disposizione, carenze di organico, modifiche di orario per sopperire alle quotidiane emergenze operative, impoverimento degli uffici di supporto, che vengono sguarniti di personale e risorse finanziarie, disorganizzazione di gestione. Che c’è da festeggiare? - si domandano-. Chi di dovere decida cosa fare, razionalizzando seriamente le forze in campo, aggregando i diversi corpi di Polizia che svolgono le medesime funzioni, al fine di restituire al cittadino il diritto alla sicurezza e di un vero controllo del territorio e agli uomini e alle donne in divisa la possibilità di poter svolgere fattivamente e con la necessaria serenità, l’importante funzione sociale cui da sempre sono chiamati. Se non fosse per gli uomini e l’ottima gestione del questore di Matera, dott. Paolo Antonio Maria Sirna, il resto sono solo chiacchiere”.