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Accolta con un forte applauso al Liceo Classico e Artistico “Pitagora” di Nova Siri, la dott.ssa Oksana Druzhynska, art design, ospite in questo periodo di guerra a Rocca Imperiale, trascorre un’intera mattinata con le studentesse e studenti dei due indirizzi di Studi della città jonica. La testimonianza toccante delle prime ore di guerre, l’incredulità, i volti sconvolti e le scelte veloci di lasciare tutto e scappare via. Un tono sempre pacato, uno sguardo profondamente triste con l’auspicio e la speranza di tornare presto in Ucraina dai familiari e ritrovare il suo lavoro e proseguire la sua vita.
Anche lei, come centinaia di migliaia di donne e bambini è stata strappata alla sua normalità, al suo lavoro, alle sue passioni e ai suoi sogni. E’ scappata dalle bombe, ma il suo unico pensiero è quello di tornare in Ucraina, nella sua terra e dai cari che lì ha lasciato. “Mia madre, i miei parenti e i miei amici sono rimasti lì e ci stiamo tenendo in contatto via wzapp. Purtroppo abbiamo sentito che stanno ancora bombardando – racconta Oksana, arrivata a Bari e attesa dal suo giovane fidanzato rocchese. La mia città era bellissima prima della guerra, una città che amo molto. Fino all’ultimo avevo sperato che non scoppiasse la guerra, ma non è stato così, purtroppo. E così anche la mia città ha subito il primo bombardamento”. Art design, professionista in uno studio importante ucraino, arrivata in Italia dopo un viaggio no stop di oltre 2600 chilometri, non può non commuoversi a ripensare a casa sua: “Avevo tanti progetti. Tante idee per il mio futuro. Ora, penso che non ci sono case da colorare o pareti da disegnare, ma pane da infornare. Oggi, nella mia terra serve chi lavora le poche farine rimaste e impasti per il pane, da assicurare anche ai vicini, ai soldati e a quanti sono impegnati nella resistenza”.
Gli occhi piccoli della giovane ucraina si sono riempiti di lacrime al pensiero della mamma: “lei è voluta rimanere lì. E’ ospite a casa di un’amica di famiglia. Non ha voluto lasciare la sua terra. Io, che la rimproveravo sempre per la sua mania di comprare e di conservare, ora la benedico perché ha ancora di che mangiare, lei e la famiglia che l’ospita”, ha ancora raccontato.
Il racconto intenso è stato spezzato solo dalla traduzione precisa, curata dal dott. Troilo. Gli studenti hanno potuto intrecciare domande e riflessioni, occupando tutta la mattinata, destinata all’assemblea di Istituto. Tutte le riflessioni e domande hanno riguardato le ragioni di questa guerra che ha dell’assurdo, ha permesso di maturare negli uditori la consapevolezza che l’unica soluzione alla guerra tra Russia ed Ucraina è la cura delle relazioni. E’ necessario trovare un mediatore di alto profilo morale e politico, che sappia cucire uno strappo che da oltre un mese procura morte e spargimento di sangue innocente.
La giovane Oksana ha espresso gratitudine per l’ascolto e l’accoglienza, per le domande e per le riflessioni ben organizzate dalle studentesse e dagli studenti della Scuola, mentre gli studenti hanno augurato alla giovane design un futuro radioso ed un ritorno celere nella sua terra.
Carmela Romano