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Il 20 giugno a Milano si svolgerà la XXVII edizione del Premio Compasso d’Oro, il più antico ma soprattutto il più autorevole premio mondiale di design che ha lo scopo di riconoscere il processo valoriale che il design stesso imprime al mondo della produzione industriale ed artigianale.
Il premio nasce nel 1954 da un’idea di Giò Ponti, l’architetto-designer fra i più importanti del dopoguerra che amava interagire e contaminarsi con diverse figure, convinto del fatto che solo interagendo con altre professionalità si potesse elevare la qualità di un prodotto.
Quest’anno concorreranno anche due prodotti “made in Matera” già selezionati nell’ADI Index, il catalogo che ha raccolto i migliori oggetti di design prodotti in Italia negli anni 2020 e 2021.
Sono I timbri del pane 4.0 e Ciocco, prodotti rispettivamente da Luca Colacicco per la Falegnameria Colacicco  e Tommaso Schiuma con il brand “Schiuma post design”, due artigiani-designer accomunati dalla propensione alla ricerca e all’innovazione di un materiale, il legno, che esiste da sempre nella nostra memoria e nel nostro immaginario.
Si, perchè proprio la memoria e la tradizione, sono gli assi portanti di questa loro ricerca, che parte da un’esperienza ormai trentennale nel settore della falegnameria e che nel tempo si è evoluta, grazie alle nuove opportunità offerte dalla tecnologia: il disegno CAD e il taglio laser del legno. L’industria 4.0 incontra e conferisce forza propulsiva all’artigianato più tradizionale che si evolve diventando digitale.
La strada che hanno intrapreso Luca Colacicco e Tommaso Schiuma non è piana. I criteri di selezione dell’Osservatorio permanente dell’ADI sono molto rigidi. Vengono selezionati infatti i prodotti che si distinguono per originalità e innovazione funzionale, per i processi di produzione adottati, per i materiali impiegati e per la sintesi formale raggiunta. Una competizione molto serrata, basti pensare che la valutazione spetta ad una giuria internazionale, diversa ad ogni edizione, che è composta da membri scelti tra qualificati esperti di design e del mondo della cultura in generale. Un premio che racconta ricerca e passione unite da un legante, quello della spiccata professionalità senza la quale si rischia di fermarsi per strada alle prime difficoltà.
Il premio viene dunque conferito non ad un’idea, è bene precisarlo, ma ad un progetto già immesso sul mercato. E’ questo il vero discriminante. 
Un prodotto sul mercato ha già superato step importanti, che ne hanno affinato le caratteristiche, la qualità e in molti casi la strategia di marketing. 
I prodotti che concorreranno al Premio sono:
I timbri del pane 4.0 (dal catalogo dell’Adi Index)
Una collezione di oggetti-segnalibro ispirati al timbro del pane della tradizione lucana (‘U tùmbr): un blocchetto di legno scolpito, suddiviso in due sezioni: una superiore, con una figurazione simbolica e una inferiore, con le iniziali di un nome, per identificare il pezzo di pasta tra quelli che ogni famiglia portava al forno comune. Alcuni pezzi sono intarsiati con legni dai colori contrastanti. Ogni segnalibro è corredato di una piccola base di legno e può essere utilizzato anche come oggetto d’arredo. Il timbro 4.0 è un’interpretazione in chiave moderna con due materiali contrapposti: il legno (la storia dell’uomo) e la pietra acrilica (l’evoluzione). 
Un tag NFC permette, avvicinando uno smartphone all’oggetto, di accedere a contenuti multimediali e informazioni storiche.
Ciocco (dal catalogo dell’Adi Index)
Un salvadanaio in legno di rovere. Ha come tappo un cuneo, in legno di noce o colorato, che, battuto con un martello, apre il salvadanaio spaccandolo in due. Dopo la rottura il salvadanaio potrà essere incollato nuovamente e riutilizzato. Racconta un gesto rituale antico, la fatica e la pazienza di spaccare la legna e accatastarla per l’inverno: una pratica semplice, vicina all’abitudine quotidiana del risparmio. Riporta al contatto con la materia, alla manualità. Un oggetto con cui interagire e di cui prendersi cura: riempirerompereriparare, un ciclo che si ripete. Vuole essere un invito all’uso parsimonioso delle risorse per la sua funzione, per l’idea che lo accompagna, per l’uso di materiali naturali e per la possibilità di riutilizzarlo dopo la rottura.

Entrambi i prodotti rappresentano l’idea di associare al design un pensiero e di conseguenza, un progetto che va al di là del disegno della semplice forma. Un timbro ed un salvadanaio che raccontano di una evoluzione culturale, di costume e di abitudini, proprie di una comunità contadina in evoluzione. Ad introdurre questi prodotti, nati in ambito locale, in un contesto internazionale così prestigioso, è stato Guido Santilio, Presidente della delegazione ADI di Puglia e Basilicata, che si occupa tra di sottoporre i progetti di design nati in queste due regioni all’attenzione dell’osservatorio permanente del design di ADI, l’Associazione per il design industriale. Compito delle delegazioni di ADI è quello di promuovere relazioni ed iniziative con gli enti, le amministrazioni e le strutture istituzionali nei rispettivi territori, regionali o pluriregionali. Oggi più che mai, il design gioca un ruolo importante nella vita di tutti, poiché la sua valenza non è più limitata al solo ambito formale degli oggetti di produzione industriale ma si è evoluta, sino ad assumere ruolo di collettore delle esigenze più disparate. Oggi, per “fare design”, è necessario, non solo possedere una profonda conoscenza dei processi di ideazione e di produzione ma, sempre più, saper cogliere le relazioni che legano tali processi alle dinamiche sociali.

In precedenza l’architetto materano Nico Colucci ha avuto l’onore di ricevere il Premio Compasso d’Oro, nel 2018, candidandosi nella categoria “Sistemi editoriali” con il progetto “Matera Cityscape. La città nascosta”, in collaborazione con Alberto Giordano e Leonardo Sonnoli.
"Vincere un Compasso d’Oro - afferma Colucci- è un’esperienza impossibile da dimenticare, non è un punto di arrivo, piuttosto uno di partenza. Funziona come stimolo a pensare a nuovi progetti, tenendo sempre in considerazione molteplici punti di vista. E’ un augurio che faccio personalmente a Luca Colacicco e Tommaso Schiuma, professionisti che hanno già meritato il plauso di un’intera comunità per aver intrapreso questo percorso così virtuoso”.