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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Christian Cambareri (CEO Orangle Records)

“Su Niko Pandetta enorme gogna mediatica, concerti annullati una vergogna”

Le inutili polemiche legate ai concerti di Niko Pandetta vanno avanti da molto e ormai hanno stancato.
In questi anni sono stati annullati concerti con pretesti e motivazioni ridicole che lasciano basiti.
Persegue la malsana abitudine di mettere alla gogna un artista che con la legge non ha più nessun problema e che paga un prezzo troppo alto per il semplice fatto di essere nipote di Salvatore Cappello, boss detenuto al 41 bis.
E’ scandoloso constatare il poco lucido giudizio degli amministratori e di una certa tipologia di stampa. La voglia di creare polemiche supera ogni limite e probabilmente non induce a ragionare nel merito.
Jesi, Falconara, Bollate e Ostia sono alcuni dei luoghi in cui Niko Pandetta si è visto negare la possibilità di svolgere il proprio lavoro di cantante, di usare un microfono e intrattenere il pubblico che lo segue da anni.
Negli ultimi giorni alla lista si è aggiunta anche la città di San Cesareo con la sindaca Alessandra Sabelli che ha vietato ben tre concerti di Pandetta (18-26 giugno e 10 settembre).
La prima cittadina, dopo una serie di contatti con il prefetto di Roma Matteo Piantedosi e il questore Mario Della Cioppa, come accaduto ad Ostia qualche mese fa, ha disposto con una ordinanza, il divieto all’esibizione del cantante classe 1991.
Nell’occhio del ciclone c’è sempre lo stessa vecchia canzone “Dedicata a te”: un brano omaggio allo zio detenuto che non viene più cantato ed è da anni stato rimosso dalle scalette dei concerti.
Pandetta sul brano ha dichiarato: “Avevo la testa bruciata, avevo la malavita nel cervello e ho scritto "Dedicata a te", il mio primo pezzo, per ringraziare mio zio Turi. Ho sicuramente fatto una cretinata e me ne scuso”.
Una gogna mediatica quella su Pandetta che ormai è diventata più che sterile, davvero la politica crede che combattere la criminalità equivalga a combattere Niko Pandetta e le sue canzoni?
Tutto ciò non è altro che l’ennesimo falso moralismo, l’ennesimo carrozzone politico.
Stiamo assistendo ad un eccesso di politically correct che diventa conformismo peggiore della matrice culturale che si crede di combattere. La musica di Pandetta non è propaganda criminale.

Riportando parti dell’intervista telefoni all, ANSA con dichiarazioni dell’artista stesso .

Niko accetta di parlare con l'ANSA all'indomani della proposta di legge della Commissione parlamentare antimafia che prevede l'aggravante dell'istigazione o dell'apologia della mafia. Una norma che potrebbe creare qualche problema ai tanti neomelodici che inneggiano alla criminalità nelle loro canzoni. "Avevo la testa bruciata, avevo la malavita nel cervello - racconta - Ho scritto 'Dedicata a te', il mio primo pezzo, per ringraziare mio zio Turi. Ho sicuramente fatto una cretinata e me ne scuso"

Inoltre dichiara :

“Se facessero una legge che punisce chi inneggia alla mafia non mi sentirei leso nella mia creatività - dice Niko - perché in fondo abbiamo una responsabilità verso chi ci segue. Parlo di milioni di follower, spesso giovani per i quali siamo un esempio". E quando gli si chiede il perché di certe foto con le armi in pugno risponde: "alla gente piace questo. I miei video fanno 40milioni di visualizzazioni, se metto una foto di me con mia figlia la guardano in pochi. Purtroppo il mondo è questo e va al contrario. Business dunque “

“Anche per questo non voglio più saperne con quella musica - spiega - Quando andavo a cantare in certi contesti poteva capitare di incontrare persone particolari, per questo non voglio più farlo, proprio per essere libero".

La conferma è anche nell’archiviazione di un’accusa di “istigazione a delinquere” con decisione della Procura di Catania che scrive: “Alcuni esempi di canzoni neomelodiche si palesano quali espressioni di una subcultura che non può censurarsi per ciò solo, se non accompagnata da esplicite condotte che si richiamano espressamente ad essa”.
Parole scritte nero su bianco che parlano chiaro. Non ci sono gli elementi per vietare a Pandetta di lavorare. E’ gravissimo che continuino episodi come l’annullamento di concerti.
Niko Pandetta è certamente un artista con un passato difficile, che ha commesso errori.
Oggi però ha pagato ogni debito con la giustizia e con la sua vita precedente.
Potrebbe essere d’esempio per molti giovani che hanno vissuto o che vivino realtà complicate, come quelle vissute da lui. Un esempio di rivalsa che da anni ha trovato la sua strada nella musica ed ha saputo crearsi con sacrificio e dedizione un pubblico affezionato, di ogni fascia di età.
Niko Pandetta è un artista che ha saputo riconoscere le proprie colpe, eliminare un passato che ormai non c’è più come si evidenzia chiaramente nelle sue parole in una intervista su “La Sicilia” di Lara Sirignano:
“Se facessero una legge che punisce chi inneggia alla mafia non mi sentirei leso nella mia creatività. In fondo abbiamo una responsabilità verso chi ci segue. Parlo di milioni di follower, spesso giovani per i quali siamo un esempio”.