“Il percorso del rispetto e della parità di genere è ancora molto lungo, in Basilicata come altrove. Sono soddisfatto che nella risoluzione sia stata approvata la mia proposta specifica, quella di finanziare il progetto di sensibilizzazione, formazione ed informazione, promosso dalla CRPO in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale sui temi della parità di genere nelle scuole. E’ oggi assolutamente necessario finanziare bandi regionali appositi di sensibilizzazione, proprio a partire dall’educazione scolastica e non solo. Il tema affrontato nelle politiche nazionali dal Ministro Bonetti e nucleo fondamentale degli impegni dell’Agenda 2030 dovrebbe mettere al centro oltre al linguaggio rispettoso e inclusivo, soprattutto le azioni per agevolare il lavoro femminile e il supporto concreto a famiglie e alla cura, anche grazie al PNRR, che non può essere relegata solo al mondo femminile, nella contemporaneità in cui viviamo. Il Family Act diventato legge grazie a Italia Viva e la certificazione di genere sono solo uno degli ultimi obiettivi raggiunti, oltre a tutta una serie di misure che vanno in questa direzione.
Nella nostra regione, con il Presidente Bardi e il Governo Regionale assente ingiustificato, irrispettoso e ancora una volta inadeguato, oltre che l’assenza di gran parte della maggioranza alla riunione con la CRPO al Consiglio Regionale convocato da oltre un mese si attestano due cose agli occhi delle cittadine e dei cittadini lucani. Quanto successo il 2 maggio scorso è segno di un mancanza palese di consapevolezza del ruolo e della responsabilità conseguenti. La CRPO ha sollevato a gran voce il tema, provocando e alimentando un confronto e un dibattito, occasione non colta, con la consueta superficialità che li contraddistingue, da chi avrebbe l’onere e l’onore di governare la nostra terra.”
Lo dichiara il Consigliere Luca Braia, capogruppo Italia Viva.
“Sono però oggi chiare le posizioni, si è stigmatizzato in tutti i modi e luoghi l’accaduto, si sono condivise le posizioni dei presenti in aula, si sono messe nero su bianco proposte, tra le quali anche quelle del sottoscritto, per provare a fare un vero e proprio salto culturale con l’approvazione all’unanimità da parte dei presenti in Consiglio Regionale della risoluzione sulla promozione di un linguaggio di genere e sull’adozione di una legge sulla parità di genere.
C’è l’impegno formale a “porre in essere ogni utile iniziativa in collaborazione con il Consiglio regionale, con le Commissioni consiliari permanenti e la Giunta del Regolamento affinché, in tempi brevi, vengano adottate le linee guida finalizzate alla promozione di un linguaggio di genere in linea con la normativa vigente a livello nazionale ed internazionale, per garantire l’utilizzo di un linguaggio rispettoso della dignità e del ruolo delle donne ed in linea con l’evoluzione della nostra società; e vengano adottata una legge sulla parità di genere e le proposte di legge già presentate sul tema finalizzate a garantire e ad adottare misure concrete per la parità e le pari opportunità nell’ambito della famiglia, della formazione, dell’istruzione, del lavoro e della rappresentanza politica”.
Si riprenda ufficialmente a fare ciò che questa legislatura ha interrotto: si trasmettano preventivamente i disegni di legge depositati, i provvedimenti e gli atti di programmazione regionale che interessano direttamente e indirettamente la parità di genere, le politiche del lavoro, le politiche della famiglia, gli ambiti della formazione e dell’istruzione e ogni altro intervento che coinvolga la condizione femminile, alla CRPO perché possa esprimere un parere e formulare proposte in merito.
La risoluzione da noi approvata mette in evidenza come la violenza, anche verbale, contro le donne rappresenti una tra le più gravi violazioni dei diritti umani e che l’episodio di violenza verbale da parte di un Consigliere in danno dell’Assessora regionale alle Infrastrutture e Mobilità Donatella Merra verificatosi nel corso della seduta del Consiglio regionale del 2 maggio 2022 ha messo difronte a tutti il problema etico del riconoscimento, della valorizzazione e del rispetto del ruolo delle donne, anche nelle Istituzioni, e quello più generale della considerazione dei ruoli e dei luoghi Istituzionali, che riguarda il tema della responsabilità della classe politica regionale.
La frase di Leone in Consiglio Regionale - conclude Braia - ha aperto una voragine culturale che va assolutamente sanata nella civile e democratica Basilicata, procedendo alla modifica dell’art. 59 del Regolamento interno del Consiglio regionale perché vengano disciplinate e previste misure effettive in caso di episodi di violenza verbale e non, con particolare riferimento ai temi di genere. Tutto questo non basta, ovviamente, se il Governo regionale rimane incurante su questi temi come su molti altri.”