Vania Liscio, che non conosco personalmente, con il post pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook, prendendo lo spunto dalla recente festa del giornale Avvenire a Matera, ha sollevato un problema serio: le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Alla prima serata di tale festa ero presente anch’io e sono rimasto profondamente deluso sia dall’intervento di Monsignor Orofino, sia dalle sue domande all’amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, e relative risposte.
Tralasciando questioni che attengono i rapporti tra il giornale Avvenire e suoi i lettori, è certo che l’incontro ha completamente trascurato le ricadute negative delle estrazioni petrolifere in Basilicata, quali la compromissione irreversibile del territorio, la mancanza di attività concrete di vigilanza e prevenzione, i disastri ambientali, le conseguenti malattie tumorali, la sottrazione alle coltivazioni agricole e alle attività silvopastorali di vaste aree la cui redditualità non è stata sostituita dagli effetti delle coltivazioni di idrocarburi, anzi è peggiorata.
Dunque, Vania Liscio ha sollevato un problema realmente esistente per la mancata tutela della salute e dell’ambiente da parte degli Organi pubblici a ciò deputati. Nè si può ritenere che gli interventi dell’Autorità giudiziaria possano supplire tali carenze atteso che, come noto, l’azione penale viene esercitata quando i reati in materia ambientale si sono ormai consumati, cioè quando il danno è fatto.
Ai Lucani interessa, invece, che non si verifichino simili danni. A questo punto entra in gioco la politica che non c’è; meglio, c’è ma è complice o quanto meno acquiescente alla depauperazione del ns. territorio.
Vania Liscio, afferma << Sono LUCANA nel Sangue, nel Cuore e nell'Anima e voi non sapete oppure peggio, fate finta di non sapere quanta povertà, inquinamento, malattie, disastro ambientale e tanto altro hanno portato Eni, Total e le trivellazioni petrolifere nella mia sventurata TERRA. Terra di mafia dai colletti bianchi, la più potente perché raggiunge le più alte vette del potere tra Lobbies e Massoneria.>>. Ha perfettamente ragione.
Il trasversalismo dei “colletti bianchi” in Basilicata, espressione di una borghesia conservatrice egoista e bacata, è terribile. Infatti, nessuno si è accorto per 17 anni che il corpo della povera Elisa Claps giaceva nel sottotetto di una chiesa ubicata nel centro di Potenza; è passato del tutto inosservato il tentativo di vendere il Palazzo di Giustizia della Corte di Appello per pagare debiti del Comune di Potenza creati dalla malapolitica; neppure ci si accorge di incompatibilità ambientali di magistrati; mentre vi sono reazioni scomposte quando i giudici sono solerti nell’emettere sentenze; si è silenti, invece, sullo smantellamento della sanità pubblica lucana e sull’inquinamento ambientale prodotto dalle compagnie petrolifere di ENI e TOTAL.
Viene lo sconforto quando i responsabili dei disastri sociali lucani continuano ad essere protagonisti politici. Alla festa del giornale Avvenire è comparso Filippo Bubbico, quale Presidente e Amministratore delegato di Acquirente Unico SpA. Il 30 giugno mi è stato chiesto di fare un intervento sulle “Libere Professioni in Basilicata”; leggendo la locandina, ho scoperto (faccio ammenda della mia distrazione) che Gianpaolo D’Andrea è attualmente “Consigliere del Ministro della Cultura”.
Che fare? Arrendersi e affidarsi al destino?
L’ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere) non la pensa così, è di tutt’altro avviso.
Infatti, parafrasando Shakespeare (tragedia “Giulio Cesare”), il nostro destino non è nelle stelle ma in noi stessi; si tratta, per noi lucani, di un invito a realizzare, per il bene comune, una rivoluzione degli onesti e competenti al fine di evitare che la logica del profitto continui a prevalere su diritti inalienabili della persona. Ci sono tutte le condizioni per poterlo fare.
Avv.Leonardo Pinto
Presidente Onorario ANSB