Basilicata: dati positivi, ma non abbassiamo la guardia sulla cattiva depurazione
Sono tutti entro i limiti di legge i cinque i punti monitorati in Basilicata: due su spiagge e tre in corrispondenza di foci fluviali. È la fotografia scattata dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane.
Oggi a Maratea, nel corso della conferenza stampa, ne hanno parlato Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde; Antonio Lanorte, presidente Legambiente Basilicata; Valeria Tempone, direttrice di Legambiente Basilicata; Giuseppe Ricciardi, presidente Legambiente Maratea; Daniele Stoppelli, sindaco di Maratea e Michele Lenti Comandante T.V. Capitaneria di Porto di Maratea.
Quest’anno la Goletta Verde torna a solcare i mari per affrontare i temi dell’eolico offshore, della lotta alla crisi climatica e alle fonti fossili; per promuovere le aree marine protette e la tutela della biodiversità e per accendere i riflettori sulla cattiva depurazione dei reflui. Partner principali della campagna il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, ANEV, Novamont e Renexia, partner AIPE e media partner La Nuova Ecologia.
Tutti entro i limiti di legge i 5 punti campionati dai volontari e volontarie di Legambiente lungo le coste delle Basilicata. Tre punti analizzati si trovavano lungo le coste ioniche e due sulla sponda tirrenica; per quanto riguarda gli ambienti analizzati, tre campionamenti sono stati effettuati in corrispondenza di foci fluviali, due quelli effettuati sulle spiagge.
Lungo la costa tirrenica il giorno 29/06/22 i punti campionati sono stati la spiaggia di Castrocucco e la foce del fiume Fiumicello a Maratea; lungo la costa ionica il 30/06/22 sono stati campionati la spiaggia a sud di Largo Italia lungomare nel comune di Policoro, la foce del Fiume Basento nel comune di Bernalda e la foce del canale Toccacielo nel comune di Nova Siri.
“È la prima volta che in Basilicata i campionamenti non mettono in evidenza punti di criticità. Segno sicuro di un lavoro svolto, come per il Fiume Fiumicello. Ma è importante non abbassare la guardia: l’Italia rimane sempre un Paese con grandi problemi di depurazione che nella maggior delle volte hanno conseguenze nei corpi fluviali. Luoghi troppo spesso abbandonati e sottovalutati per importanza sociale e ambientale – spiega Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde – Fiumi e foci devono tornare a essere sicuri e balneabili, restituendo pezzi di territorio straordinari alla cittadinanza”.
“Il miglioramento della qualità dei dati, in particolare alle foci dei corsi d’acqua monitorati, ci ricorda che intervenire sulle cause di inquinamento porta a risultati positivi – dichiara Antonio Lanorte Presidente Legambiente Basilicata – Troppo spesso, invece, ci si rassegna al pensiero che fiumi e corsi d’acqua possano essere abbandonati a loro stessi perché inquinati. Tuttavia è necessario mettere in campo interventi di manutenzione e adeguamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione, che superino la logica emergenziale e assumano un carattere strutturale definitivo”.I campionamenti di Goletta Verde non si vogliono sostituire ai dati ufficiali ma vanno a integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. Se, infatti, i dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo, le analisi di Goletta Verde hanno l’obiettivo di individuare le criticità dovute a una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, il principale veicolo con cui gli inquinanti arrivano in mare a causa di depurazione insufficiente. Per l’associazione è necessario che le autorità competenti monitorino anche le foci dei fiumi e le aree non analizzate regolarmente, in modo da poter intervenire subito nel caso di anomalie.
L’AGGRESSIONE CRIMINALE ALLE COSTE IN BASILICATA
Se i campionamenti della Goletta Verde per la Basilicata quest’anno evidenziano risultati positivi, secondo il Report Mare Monstrum, contenente i dati e gli approfondimenti messi a disposizione di Legambiente dal Comando generale delle Capitanerie di porto, dall’Arma dei carabinieri (in particolare i Comandi Unità forestali, ambientali e agroforestali, Tutela ambientale e transizione ecologica, Tutela del lavoro e Tutela della salute), dalla Guardia di Finanza e dai Corpi forestali delle regioni a statuto speciale, presentato dall’associazione a giugno, la regione Basilicata è risultata al primo posto nel nostro Paese per violazioni all’ecosistema marino per km di costa. Sono 1.844 gli illeciti penali e amministrativi registrati, in media 29,6 ogni km, ovvero uno ogni 33,8 metri.
Il CONOU, Consorzio Nazionale Oli Usati, rinnova ancora la sua storica partnership per la campagna estiva di Legambiente. Da 39 anni il Consorzio è protagonista dell’economia circolare italiana assicurando la raccolta e l’avvio a rigenerazione degli oli lubrificanti usati in tutto il Paese. Grazie alla filiera del Consorzio questo rifiuto si trasforma in una preziosa risorsa tornando a nuova vita: oltre il 98% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Lo scorso anno il Consorzio ha recuperato in Basilicata 1.062 tonnellate di olio usato.
“Il CONOU, in quasi 40 anni di attività, ha raccolto oltre 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante che se fossero state disperse in acqua avrebbero inquinato una superfice pari a due volte il Mar Mediterraneo. Partendo da questa conoscenza, il CONOU si è sempre impegnato a raccogliere l’olio usato fino all’ultima goccia, perché rispettare l’ambiente significa prima di tutto rispettare noi stessi. Questo è il motivo fondamentale che ci accomuna a Legambiente, traguardiamo gli stessi obiettivi di Economia Circolare, Salvaguardia Ambientale, Rispetto Sociale” ha affermato Marco Paolilli, Responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud. “In particolare l’olio usato va raccolto e rigenerato: per esempio anche andando nei porti turistici offrendo ai diportisti la possibilità di consegnare l’olio del loro motore in modo agevole. L’olio minerale è un inquinante pericolosissimo anche per l’uomo: nei mari e nelle spiagge può distruggere la vita della flora e della fauna e, pertanto, non va assolutamente disperso. L’olio usato va raccolto in modo proprio perché poi possa essere poi rigenerato e restituito a nuova vita risparmiando le equivalenti importazioni e lavorazioni di petrolio e tutte le emissioni nocive o climalteranti che da ciò conseguirebbero.
Una doppia missione, quindi, pienamente realizzata dal CONOU che fa da esempio all’Europa e a tutte le economie circolari nascenti di altri rifiuti che speriamo si realizzino o continuino a crescere, sempre più recuperando nuove risorse anziché inquinare mari e spiagge.”