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Il valore dell’acqua non si misura  con il costo del suo utilizzo, così come lascia intendere l ‘assessore Latronico; l ‘acqua è un bene vitale alla base del quale non solo vi è  la sopravvivenza, ma tutte le produzioni, agricole e industriali risultano precarie se non addirittura impossibili, quindi il suo valore è e deve restare "incalcolabile".
https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3083970
Le parole dell’assessore Latronico sul valore dell’acqua restano pertanto sterile propaganda se la Regione Basilicata non attiva un vero e proprio piano di tutela delle acque che chiediamo da oltre un decennio.
Troppo facile in questa regione non avere regole e un piano di tutela delle acque che fermino le trivellazioni o impianti industriali sulle sorgenti e sulle falde , progetti di impianti di trattamento reflui tossici e radioattivi su fiumi e dighe, le discariche di rifiuti tossici vicini ai centri abitati e lungo il corso dei fiumi.
In Val d’Agri esistono ben 300 sorgenti: chi le tutelerà per continuare ad avere acque che sgorga dalle medesime per alimentare diga del Pertusillo? In una regione dove mancano in diversi comuni i depuratori civili e non sì è in grado di monitorare puntualmente quelli esistenti, si pensa davvero sia possibile monitorare impianti che tratterebbero centinaia e centinaia di sostanze chimiche tossiche e radioattive? In Basilicata, dopo le vicende Itrec dellaTrisaia, ci si accorse che controllore e controllato erano la stessa cosa e che i controlli sulla radioattività non erano mai stati fatti da "enti terzi". Si iniziò così a parlare di controlli su H2s (idrogeno solforato) solo dopo dieci anni di estrazioni petrolifere e delle denunce di associazioni e cittadini, oggi messi nell'angolo anche da quei partiti che si erano dichiarati a parole loro paladini.
L’era dei costosi monitoraggi non ha più senso, se non si redigono leggi sulla riduzione degli inquinati per aria, acqua e suolo che agiscano sui processi industriali e fermino l ‘inquinamento dove esso ha origine, con monitoraggi in continuo sugli impianti su un ampio spettro di parametri sugli inquinanti industriali e soprattutto sugli idrocarburi, a quando una legge regionale efficace ed efficiente che tuteli tutte le acque dalla sorgente al rubinetto?
Una legge regionale di tutela che coinvolga maggiormente nei controlli sugli inquinanti e nella gestione delle acque anche  Acquedotto Lucano SpA .
Si smetta dunque di pensare che sia sufficiente l’educazione ambientale nelle scuole sull’acqua : i ragazzi non ascoltano gli  adulti che non tutelano concretamente l’acqua dall’inquinamento e da chi la considera esclusivamente una fonte di business a discapito della collettività.

NO SCORIE