Prima una vittoria parziale all’Arbitro Bancario Finanziario, poi il pieno successo presso il Giudice di Pace. Protagonista una correntista napoletana di Ing Bank, che grazie all’assistenza legale dell’associazione Codici è riuscita a recuperare la somma persa in una truffa bancaria, pari a 9.900 euro.
La frode ha avuto inizio con un SMS dal solito numero telefonico da cui la correntista riceveva le comunicazioni della banca. Nel messaggio viene comunicato un tentativo di accesso anomalo, con la richiesta di cliccare su un link per confermare i propri dati. Non avendo risposto, la cliente riceve poi una telefonata, dal solito numero dell’istituto, in cui l’operatore, presentatosi come “operatore del centro antifrode”, le suggerisce di accedere all’home banking attraverso il link inviato via SMS. Convinta della veridicità delle comunicazioni, essendo avvenute tramite i contatti riconducibili alla propria banca, la cliente decide di seguire le indicazioni, fino ad arrivare ad un bonifico di 9.900 euro. L’operazione viene autorizzata dietro la rassicurazione del successivo storno, la cui effettuazione viene confermata in un successivo messaggio. Le comunicazioni si concludono con un appuntamento per il giorno successivo per ricevere i nuovi codici di accesso. L’indomani, però, non arriva nessuna chiamata dalla banca. Insospettita, la cliente contatta l’istituto e scopre di essere stata truffata.
“La nostra assistita ha subito effettuato il disconoscimento del bonifico – spiega Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed ha richiesto la restituzione dei 9.900 euro. Di fronte alla risposta negativa della banca, abbiamo presentato ricorso all’Abf, che ha disposto il rimborso del 50% delle somme. A quel punto abbiamo deciso di andare avanti e ci siamo rivolti al Giudice di Pace, dove siamo riusciti a concludere positivamente questa vicenda. La nostra assistita, infatti, ha ottenuto il rimborso del restante 50% perso nella frode. È importante sottolineare quanto scritto nella sentenza dal Giudice di Pace di Napoli, che deve servire da monito per le banche e da incoraggiamento per i risparmiatori. Il Giudice sottolinea che la correntista è stata raggirata da un SMS visualizzato sul telefono in coda ai precedenti messaggi provenienti effettivamente dalla sua banca, nonché da una telefonata, anch’essa proveniente dal numero telefonico utilizzato dai canali ufficiali della Ing, che hanno determinato in lei la convinzione di parlare effettivamente con un incaricato della sezione antifrode del proprio istituto. Inoltre, dal testo del messaggio non si rilevavano errori grammaticali o di altro tipo che potessero indurre la vittima a sospettare della provenienza fraudolenta dello stesso, sospetti fugati anche dal fatto di aver ricevuto in contemporanea una telefonata proveniente dal numero solito con cui la banca la contattava, per avvisarla di un tentativo di frode in corso. Dal canto suo Ing Bank non ha dimostrato di aver utilizzato tutte le tecniche per impedire che i propri numeri telefonici potessero essere utilizzati fraudolentemente da terzi e non ha fornito prova in merito alle misure di contrasto circa l’avvenuta fuga di dati, circostanza che ha consentito ai truffatori di associare la nostra assistita all’istituto bancario. Siamo ovviamente soddisfatti per l’esito di questa truffa, che siamo riusciti a sventare ottenendo il pieno rimborso per la vittima. Una vittoria che è anche un messaggio per i risparmiatori: bisogna fare attenzione alle comunicazioni che si ricevono dalla banca e, se si cade in trappola, non bisogna arrendersi. Recuperare le somme perse in una frode è possibile, come dimostra questa vicenda”.
L’associazione Codici fornisce assistenza a chi subisce una truffa bancaria. È possibile richiedere supporto legale telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..