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BAS Il prossimo 26 Agosto, Valsinni, presso la sala "Ninì Truncellito", Altrimedia Edizioni, con il patrocinio dell'amministrazione comunale di Valsinni, della Pro Loco e del Parco letterario "Isabella Morra", alle ore 18.30 presenterà il volume "Isabella Morra alla corte dei Sanseverino" di Pasquale Montesano. 

Interverranno Gennaro Olivieri, presidente della Pro Loco e del Parco " Isabella Morra"; Gaetano Celano, sindaco del Comune di Valsinni; Raffaele Nigro, giornalista e scrittore; Antonello Savaglio, Deputazione Storia Patria per la Calabria; Vito De Filippo, sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca; Pasquale Montesano, autore e Vito Epifania, editore. Nel corso della serata l’attore Erminio Truncellito leggerà alcuni brani del libro e a fine manifestazione il musicista Livio Truncellito eseguirà l’inno del Parco letterario. 

“Sulla tragica vicenda umana di Isabella Morra, la poetessa del ‘500 dell’antica Favale, oggi Valsinni, in Basilicata, si è scritto molto, ma spesso con opere non suffragate da concreti riscontri storici. Con Isabella Morra alla corte dei Sanseverino, Altrimedia Edizioni, Matera, 2017, - sottolinea l’editore Vito Epifania - Pasquale Montesano, giornalista e scrittore, che già in passato si era interessato della Morra pubblicando, sempre per i tipi di Altrimedia, un inedito carteggio tra Benedetto Croce e Domenico Guarino, il medico di Valsinni che ospitò nel 1928 l’illustre letterato nel paese dove visse e morì la poetessa, è ritornato sull’argomento, con una trattazione ampia e ricca di notizie e di documenti inediti, frutto di ricerche in archivi privati e pubblici in Italia e in Francia, dove i Morra, autori della strage, si erano rifugiati, raggiungendo il padre Giovan Michele Morra e il fratello Scipione, da tempo alla corte di Francesco I.” 

“Da una rilettura attenta, poi, della storia della famiglia Morra, scritta dal nipote di Isabella, Marco Antonio, ho fatto emergere – evidenzia l’autore Pasquale Montesano - una serie di imprecisioni, reticenze e omissioni da parte dello storico, il cui intento era stato soprattutto quello di salvaguardare in ogni modo l’onorabilità del casato. Dalla visione di alcuni fascicoli, poi, sono riuscito a stabilire datazioni storiche precise di vari episodi, evitando supposizioni e interpretazioni di diversa natura. Tali documenti hanno consentito di apportare qualche ulteriore novità sul paese, sul vissuto e sulla figura di Isabella Morra, appena accennata nella storia della sua famiglia, oscurata dai suoi stretti parenti in Italia e in Francia, valorizzata da molti studiosi e critici letterari, riproposta sovente in superficiali e improvvidi rifacimenti, ma sempre rappresentata nella sua prigionia umana ed esistenziale, tra le tetre mura del castello di Favale. Ma così non fu, non tutto corrisponde alla realtà.” 

In questo lavoro, sono state sottolineate, tra l’altro, le presenze di Isabella fuori dal feudo di Favale, la frequentazione della corte del Principe di Bisignano, dove tornei cavallereschi, palii, recitazioni teatrali, declamazioni di poesie, esibizioni di musici e altre attività culturali, non erano eventi occasionali, ma costituivano una costante, una regolarità nella vita di corte dei Sanseverino di Bisignano, benefico protettore di molti artisti e letterati. Sono stati evidenziati il ruolo della Morra come dama di compagnia di Felicia Sanseverino, figlia di Giulia Orsini, seconda moglie di Pietro Antonio, la benevolenza di Erina Castriota Scanderbeg, la reputazione letteraria che ebbe ad acquisire in vita, gli incontri, le conoscenze, le amicizie, come quella con Diego Sandoval de Castro, che alla fine le si rivelerà fatale. Di conseguenza, anche il suo percorso poetico finora edito dovrebbe essere diversamente valutato e riconsiderato. 

“Costruito con la passione del poeta e con la precisione del giallista, - scrive in prefazione Raffaele Nigro, - il libro scava nelle vicende ultime e drammatiche di casa Morra, sempre con analisi attenta, senza follie inventive ma con delicata partecipazione. Un libro veramente bello, perché scritto con la liquidità che un giornalista impara a dare alla propria scrittura, con l’onestà di chi vuole offrire fondamenta alla storia del proprio paese e utile a tracciare parte della giovinezza di Isabella e partendo dal quale sarà necessario rileggere i sonetti e cercare le corrispondenze con le donne e con i principi a cui velatamente si fa riferimento in ogni verso”.