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“Dopo anni di battaglie e di leggi a favore delle pari opportunità di genere ancora bisogna urlare ‘Basta discriminazioni!’ e come ogni anno l'otto marzo, al di fuori delle mimose e delle feste, rappresenta un momento di analisi della situazione socio-economico al femminile. Non servono slogan in occasione della Giornata internazionale della Donna, ma consapevolezza che ancora l'attuale situazione economica italiana, rappresenta un'evidente crisi sistematica, un malessere generale le cui prime vittime sono le donne”. 

Il Segretario Regionale Ugl Basilicata, Florence Costanzo sostiene che, “la Festa Internazionale della Donna, ha l’obiettivo di promuovere la realizzazione delle pari opportunità e della parità tra donne e uomini, valorizzando le differenze di genere e superando ogni discriminazione, con particolare attenzione al mondo della cultura e del lavoro. La festa delle donne e' ancora una festa sentita nel mondo femminile, l'8 marzo è una festa importante. Con il tempo ha assunto una valenza 'commerciale' che non le appartiene: la motivazione alla base della non è una festività, ma la riflessione. Non dobbiamo mai dimenticare – dice Costanzo - che questa Giornata e' in ricordo di donne che persero la vita sul luogo di lavoro, a New York, un evento tragico dal quale però è iniziato un percorso importante di conquista di diritti e dignità. Con questo spirito bisogna celebrare la Festa della donna essendo un tema purtroppo sempre attuale: l’8 marzo deve essere giornata di risposte concrete per le donne di tutte le età le quali, fanno quotidianamente i conti con i dati Istat: per ogni figlio che nasce, la famiglia riduce il proprio tenore di vita di circa il 30% e questo ha effetti immediati sulla vita lavorativa della donna. La donna, non avendo a proprio favore adeguate politiche di genere, né un welfare che consideri le necessità al femminile, è costretta ad abbandonare il mercato del lavoro per dedicarsi unicamente alla famiglia che cresce. In Basilicata – prosegue Costanzo -, il tasso di disoccupazione femminile, già più alto rispetto a quello maschile, è destinato a crescere ed in maniera direttamente proporzionale calerà anche il tasso di natalità, già a livelli tali (1,2 figli per donna) da non garantire il ricambio generazionale. Le donne rappresentano l'anello debole della catena – conclude il segretario Ugl - i loro posti di lavoro sono i posti maggiormente a rischio e sarà difficile parlare, nella sistematicità della crisi, di conciliazione famiglia e lavoro, quasi impossibile sarà pensare di restare a casa, uscire dal mondo del lavoro e poi rientrarvi in presenza di un sistema di Welfare che anziché partire dalle esigenze della famiglia, si basa solo ed esclusivamente sulla famiglia ed in particolare sulla donna. Per ciò ci appelliamo alle istituzioni affinché la donna non venga ricordata solo l’8 marzo”.