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“E’ora di dare concretezza, con estrema urgenza, al rafforzamento delle misure di sicurezza intensificando i controlli e garantendo una adeguata formazione ai lavoratori, soprattutto laddove il rischio è’ più elevato.  Sempre più spesso giungono notizie di vite spezzate a causa di incidenti evitabili se fossero stati rispettati rigorosamente gli standard di sicurezza. Ormai siamo in presenza di una emergenza che coinvolge il territorio materano con una incidenza di incidenti sul lavoro di circa il 30% rispetto alla media nazionale relativamente al primo semestre 2024”.

Tale dato lo evidenzia, a gran voce, il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano il quale, nel  sottolinearne la gravità, precisa che “la sicurezza sul lavoro è una vera e propria emergenza nazionale e, pertanto, occorrono investimenti senza precedenti sulla formazione e sulla prevenzione per impedire il ripetersi di tragedie. Il lavoro sommerso e il caporalato sono un problema, oltre che per lo Stato e per i lavoratori dipendenti, anche per le imprese in regola che adempiono puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro. Suonano forte le dichiarazioni del Segretario Generale dell’Ugl, Paolo Capone che, a nome di tutta l’organizzazione sindacale, ha espresso profonda indignazione e dolore per il tragico incidente sul lavoro verificatosi presso Borgo Santa Maria, in provincia di Latina, dove ha perso la vita  Satnam Singh, il bracciante di origine indiana di 31 anni che nella giornata del 17 giugno c.a., aveva perso un braccio tranciato da un macchinario per il taglio del fieno. Dopo l’infortunio gravissimo e nonostante le condizioni dell’uomo, il padrone lo aveva caricato sul furgone e lo aveva abbandonato per strada, davanti alla sua abitazione. L’arto era stato messo in una cassetta della frutta che è stata lasciata accanto al corpo ferito. Dal nostro territorio materano non possiamo che indignarci e stringerci al dolore della famiglia di un uomo al quale è stata tolta la dignità di ‘persona’ abbandonandolo senza prestargli il doveroso soccorso che avrebbe potuto salvargli la vita.  E’ finito in carcere, per omicidio doloso, Antonello Lovato, titolare dell’azienda agricola di Latina dove lavorava il bracciante indiano: una decisione presa dalla Procura di Latina e sancita dal Gip, Giuseppe Molfese modificando l’ipotesi iniziale di omicidio colposo. Come sindacato – prosegue Giordano – riteniamo che vada intensificato il lavoro fra istituzioni, parti sociali e datoriali per definire le proposte volte a implementare gli investimenti sulla sicurezza, rafforzare le norme di contrasto al caporalato e al lavoro nero, potenziare il coordinamento delle banche dati e degli organi di vigilanza e aumentare l’organico del personale ispettivo indispensabile per effettuare i controlli a 360°.  Norme e protocolli vanno fatti rispettare. Di fronte a questi numeri che la nostra provincia registra è intollerabile parlare di tragica fatalità: a tutti noi italiani – aggiunge Giordano – il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci dà insegnamento sostenendo che le morti sul lavoro sono un oltraggio alla convivenza civile. La sicurezza sul lavoro, come ha giustamente detto Papa Francesco in più occasioni, ‘è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi’. Per l’Ugl Matera è così, è giunto il momento di mettere in campo un piano nazionale per tutelare la salute e la vita di chi, ogni giorno, contribuisce con il proprio lavoro allo sviluppo del Paese. In questo modo – conclude – potremo onorare la memoria di chi non c’è più e impedire il ripetersi di simili tragedie le quali non sono tollerabili in un Paese avanzato come il nostro. È necessario sanzionare chi non rispetta le regole, oltre a investire nella formazione e nell’addestramento fin dalla scuola. Servono riforme urgenti. Per combattere tale fenomeno occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali. Il lavoro, qualunque esso sia, deve assicurare dignità e questo è possibile solo debellando la violazione dei diritti. Zone nel nostro territorio materano in occasione della campagnata di frutta e ortaggi, potrebbero essere gestite dal caporalato e da varie organizzazioni non ben definite dove facile preda possono essere le attività illegali d’intermediazione e commercio di manodopera umana: ora si aggiunge a ciò anche lo sfruttamento di manodopera straniera che aggrava e mette sempre più un evidenza la persistenza e la pervasività del fenomeno. Le donne che lavorano nei campi, più sfruttate e sotto pagate lasciano molto spesso, oltre il sudore per la fatica, la dignità. Immenso è il sacrificio delle poche unità di tutte le forze dell’Ordine presenti sul territorio a cui abbiamo sempre posto la nostra grande affezione, gratitudine, e pur essendo encomiabile il loro impegno e sacrificio, costituiscono degli elementi ostativi al mantenimento della legalità nel mondo del lavoro agricolo in genere, ed in particolare ora per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli impegnati nei campi in special modo nel metapontino. Non aspettiamo che ‘ci scappi il morto’, per ricordarci di questi lavoratori: donne, uomini, adolescenti. Per l’Ugl Matera  – conclude Giordano – le aziende devono essere responsabili della sicurezza dei loro dipendenti e fornire assistenza adeguata in caso di infortuni sul lavoro. La sicurezza e la dignità dei lavoratori devono essere sempre al primo posto”.