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Se ne è parlato nel convegno di venerdì sera a Ceglie Messapica, nel Giardino del Museo Archeologico e Museo d'Arte Contemporanea; moderato dall’Avv. Isabella Vitale, capogruppo al Comune del movimento “Radici di Impegno”; relatori, oltre me, la Prof.ssa di Liceo Gabriella Ciccarone, dirigente CGIL settore scuola e la giovane prof.ssa di diritto costituzionale Luana Leo .

Il confronto é stato molto interessante e partecipato anche con interventi stimolanti da parte del pubblico.

Ho ribadito la mia posizione storica sulla "questione meridionale", inammissibile in uno Stato unitario, meglio Stato-Nazione, qual è quello italiano. Infatti, il problema “mezzogiorno”, a mio avviso, è un problema nazionale e non territoriale, considerato che dev’essere lo Stato, attraverso la corretta e completa attuazione della Costituzione Repubblicana, a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale dei cittadini.

Ho ricordato le posizioni significative sulla “questione meridionale” emerse nell’immediato dopo guerra:
- quella di Manlio Rossi Doria, propugnatore di una riforma agraria che dovesse interessare i vasti comprensori delle campagne meridionali con relativa colonizzazione e prosecuzione della bonifica integrale avviata nel 1930;
- l’altra, di Pasquale Saraceno, che individuava la causa del divario tra Nord e Sud nella mancata unificazione economica dell’Italia e nel sottosviluppo industriale del Meridione;
- ho ricordato Adriano Olivetti, portatore di una visione imprenditoriale moderna, organica e partecipativa, di grande attualità nonostante il lungo tempo trascorso, secondo il quale la fabbrica non deve guardare solo all'indice dei profitti, ma distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia.
La Prof. Ciccarone ha sostenuto l’attualità della “questione meridionale” ribadendo tesi gramsciane, superate dalla Costituzione Repubblicana con la nascita dello Stato-Nazione, che avrebbe dovuto e dovrebbe rimuovere le disuguaglianze sociali ed economiche degli amministrati.

Unanime è stata la bocciatura della legge approvata sull’autonomia differenziata, esaminata e commentata sotto ogni profilo.
La costituzionalista Luana ha sottolineato le contraddizioni che la stessa contiene e suoi effetti negativi non solo per il Sud, ma per l’intero Paese.
La Prof.Ciccarone ha, poi, illustrato le ricadute negative che si avranno nella scuola con l’inevitabile mancanza di uniformità didattica e formativa sul territorio nazionale.

Dopo aver richiamato i principi della solidarietà e sussidiarietà, sui quali si fonda la Costituzione Repubblicana, ho sottolineato l’incompatibilità dell’autonomia differenziata con la stessa sotto il profilo strettamente tecnico-giuridico.

Non é passata inosservata l’incoerenza politica della Meloni, la quale quando F.lli d’Italia era al 4% proponeva convintamente la soppressione delle regioni, ritenute il male assoluto dell’Italia in quanto centri di spesa, utilizzati dalla partitocrazia per moltiplicare carrozzoni, consulenze, occasioni di malaffare lontano dai riflettori.

Dopo aver criticato l’improvvida riforma del Titolo V ad opera del centrosinistra, il convegno si è concluso con l’unanime impegno e necessità di sostenere il referendum abrogativo della pessima legge Calderoli per evitare l’accentuarsi di disuguaglianze sociali ed economiche tra gli Italiani.

Leonardo Pinto