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Il tribunale di Matera ha finalmente messo fine ad una vicenda che ebbe inizio nel lontano 1997 quando, a seguito del commissariamento della Cassa Rurale ed Artigiana di Policoro, i vertici della banca, e cioè l'intero consiglio di amministrazione e il collegio sindacale, dopo essere stati inquisiti per falso in bilancio, hanno anche subìto un'azione di responsabilità per circa 5 miliardi delle vecchie lire. La vicenda penale fu immediatamente definita con il proscioglimento di tutti gli indagati mentre in sede civile, sono occorsi 18 lunghi anni (la causa ebbe inizio nel 1999) alla fine dei quali il Tribunale di Matera (giudice relatore la Dottoressa Caradonio) ha rigettato integralmente la domanda di danni intrapresa dal commissario straordinario e proseguita dalla cassa rurale di Castellana Grotte che nel frattempo era succeduta alla originaria banca. La Cassa Rurale è stata tra le prime e più importanti istituzioni bancarie di Policoro e ha avuto un ruolo strategico nel vertiginoso sviluppo della comunità del metapontino caratterizzandosi come banca per i piccoli imprenditori, artigiani e soprattutto agricoltori che sono stati e sono l'ossatura del tessuto economico del centro jonico e dintorni e che anche grazie alla cassa hanno superato fasi difficili e in alcuni casi sono diventati importanti realtà territoriali. Grande soddisfazione è stata espressa dall'avv. Gianni Di Pierri, che ha difeso il presidente storico della banca (nonché suo padre), Michele Di Pierri ed il vice presidente Mario Quinto. Avv. Di Pierri : "In primo luogo voglio chiarire che non sono state mai contestate agli ex amministratori condotte di sottrazione o appropriazione di denaro, come pure qualcuno per diverse ragioni ha tentato malignamente di far credere, ma è stata contestata l'erogazione di credito oltre le ordinarie regole di prudenza dettate dalla tecnica bancaria (cioè si doveva accertare se fossero stati consentiti mutui e prestiti anche a soggetti che non erano in condizioni di riceverne e così di restituire il denaro). Già questo ristabilisce una prima necessaria verità. E comunque, anche rispetto a questo, alla fine si è accertato che nessun danno c'è stato e dunque l'azione di responsabilità è stata rigettata. Aggiungo che io sono stato sempre certo della buona fede e della regolarità della condotta degli amministratori della banca, come credo chiunque abbia conosciuto i soggetti in questione ed abbia avuto a che fare in quegli anni con la banca stessa, ed oggi finalmente questa mia semplice convinzione è stata autorevolmente certificata dal Tribunale di Matera ponendo fine ad una vicenda che tranquillizza e non poco la parte sana della nostra città che è la stragrande maggioranza ed al contempo isola sempre di più gli untori e i mestatori sociali".