Le elezioni politiche del 4 Marzo hanno delineato la nuova geografia politica italiana: netta l’affermazione del Movimento 5 stelle e deludente il risultato conseguito dal Pd. L’ affluenza alle urne in Basilicata è stata molto alta, superando, se pur di misura, quella del 2013: memorabile il successo elettorale del Movimento 5 stelle, con sette candidati eletti al Parlamento: Liuzzi, Petrocelli, Rospi, De Bonis, Gallicchio, Lomuti e Cillis. Significativo anche il risultato del candidato Caiata (indagato per riciclaggio), che se pur espulso dal Movimento riesce a farsi eleggere. Risultato deludente e al di sotto delle aspettative per il partito Democratico. L’ esponente di spicco Gianni Pittella, battuto dal candidato grillino De Bonis, si aggiudica (con il sistema proporzionale) il seggio a Palazzo Madama in Campania. Subito dopo la sua elezione Pittela, fratello del Governatore Lucano Marcello, ha rassegnato le sue dimissioni da presidente del gruppo parlamentare europeo dei socialisti e democratici (S&D), rinnovando il suo impegno per il Sud. A Novembre i lucani saranno chiamati ad eleggere il presidente della regione Basilicata e il consiglio regionale. Sconfitte clamorose nel PD anche per Francesca Barra, Guido Viceconte e Maria Antezza. Il Partito (alla guida della regione Basilicata con la coalizione di centro- sinistra) diventa la terza forza politica alle spalle del Movimento 5 Stelle e della coalizione di centro - destra. Mentre Liberi e Uguali in Basilicata raggiunge un risultato superiore alla media nazionale (grazie anche alla candidatura di personalità illustri come Filippo Bubbico o Cristiana Coviello)
senza, tuttavia, riuscire ad eleggere alcun deputato o senatore. Vincono nel centrodestra il candidato di Forza Italia Giuseppe Moles ed il leghista Pepe, mentre rimangono fuori Nicola Benedetto (Forza Italia), Nicola Pagliuca (Forza Italia) e Cosimo Latronico (Noi con l’Italia). Un’ ondata di protesta e una voglia profonda di cambiamento pervade l’ Italia da Nord a Sud. Del resto una marcata sfiducia nei confronti delle istituzioni considerate troppo spesso inefficienti, inadeguate e corrotte, un sistema istituzionale farraginoso ed i partiti tradizionali che non sempre riescono a mobilitare i cittadini, sono solo alcune delle cause che hanno determinato le scelte degli elettori. Si profilano all’ orizzonte diversi scenari: un governo di scopo per riscrivere la legge elettorale e tornare presto alle elezioni (l’attuale legge elettorale, il Rosatellum bis, non consente la formazione di un governo senza accordi). O in alternativa una convergenza sul programma tra il M5S e la Lega, ovvero tra il M5S e il PD senza Renzi. Il segretario del Pd renderà esecutive le sue dimissioni lunedi in Direzione. Possibile premier del nuovo governo, in caso di un accordo tra le forze politiche, Luigi Di Maio (M5S) o Matteo Salvini (Lega). Il Presidente della Repubblica Mattarella ha invitato tutte le forze in campo a stringere un compromesso e rinunciare a qualcosa per il “bene del Paese”. A lui il compito di gestire la delicata e difficile situazione italiana. Del resto lo stesso Presidente della Bce, Mario Draghi, ha ricordato come “l’ instabilità politica protratta può minare la fiducia e impattare negativamente su inflazione e Pil".
Antonella Gatto