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“All'indifferenza che Governo nazionale e regionale mostrano rispetto all'impoverimento ed al degrado che sta investendo il territorio materano bisogna rispondere invertendo le tendenze in atto ed affermare il diritto al lavoro, alla sicurezza, alla salute, facendo prevalere il diritto dell’intera regione a rimanere in Europa realizzando crescita economica e coesione sociale: bisogna quindi cambiare nettamente il segno delle scelte politiche che fin’ora fatte da Governi nazionale e regionale”.
Lo dice il segretario provinciale dell’Ugl di Matera, Pino Giordano per il quale, “perché questo avvenga è prima di tutto necessario che cambino i metodi di governo e si reimposti una pratica della concertazione e della negoziazione con le rappresentanze sociali. Matera è oggi innanzitutto pervasa e sopraffatta da ciò che ha visto negli ultimi anni disperdersi, quel patrimonio di elaborazione e di coesione sociale che aveva connotato la stagione della programmazione negoziata e delle politiche di sviluppo locale.

 Per l’Ugl, l'abbandono delle politiche per il Mezzogiorno attuato dal Governo, il rifiuto del metodo della programmazione e della finalizzazione della spesa da parte della Giunta Regionale, l'incapacità di utilizzare al meglio i Fondi Europei, i colpi tremendi inferti alla finanza locale con il taglio secco dei trasferimenti, hanno provocato  - prosegue il segretario, Giordano - il peggioramento di tutti gli indicatori dello sviluppo, rendendo la regione sempre più estranea ai processi di crescita e di innovazione europea ed approfondendo il divario strutturale con il resto di Italia. Divario che oggi l’Ugl ritiene si è accentuato anche rispetto le altre regioni meridionali, rendendo evidente che, accanto alle difficoltà storiche, tutta la provincia di Matera registra un fattore di arretratezza in più, determinato da una classe di governo incapace di produrre un progetto di sviluppo e di valorizzare le risorse locali, nonostante sia stata designata Capitale della Cultura Europea 2019. Per tali ragioni l’Ugl rivendica una politica di coordinamento ed integrazione delle risorse finalizzata a creare e a difendere il lavoro che c'è soprattutto nel settore industriale. Urge un credibile disegno di politiche industriale e dell'artigianato che scelga filiere, reti di impresa e territori su cui concentrare e finalizzare le risorse, anche per dare soluzioni occupazionali ai lavoratori delle aziende in crisi. Non c'è soluzione ai problemi dell'insediamento industriale, fatto di piccole e piccolissime imprese, se non vanno anche consolidati i vantaggi competitivi con l'apertura all'esterno dei flussi produttivi e delle reti locali. Per questo è necessario per l’Ugl - conclude Giordano - il consolidamento e lo sviluppo della società dell'informazione, delle politiche per l'innovazione, rendendo vivi progetti di ricerca, sfruttare le risorse dell’ENEA,  così come è urgente il rafforzamento di politiche di promozione e di marketing territoriale che permettono alle imprese un maggior grado d'identificazione dei distretti industriali, fino ad affrontare con forza e determinazione il grande nodo del credito”.