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Sono note a tutti le turbolenze politiche che colpiscono il Comune di Matera e poco ci stupiscono le nomine di Salvatore Adduce a presidente e di Angelo Tortorelli a vicepresidente della Fondazione Matera Basilicata 2019. Per salvare le prerogative di quello che sembra essere un vero e proprio porto di mare, Raffaello De Ruggieri è disposto proprio a tutto. D’altronde il piatto di Matera 2019 è ghiotto e succulento e sarebbe il degno coronamento della carriera umana e professionale dell’ultraottantenne Sindaco di Matera 2019.

Tuttavia, tralasciando un attimo ogni sorta di calcolo sulle poltrone, è bene soffermarsi sulla forzatura che questa scelta porta con sé. Infatti, quanto riportato nello Statuto della fondazione - in particolare agli articoli 15 e 17 - non consentirebbe di conferire le cariche di Presidente e Vicepresidente ad Adduce e Tortorelli  poiché in contrasto con ​ben due norme del c.d. decreto “Severino”: l’articolo 7 (comma 1) del D.Lgs. n. 8 aprile 2013, n. 39​ stabilisce l’inconferibilità a consiglieri comunali (di comuni con più di 15 mila abitanti) di incarichi di amministratore di “ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale” come la Fondazione Matera Basilicata 2019. Anche l’ANAC si è espressa più volte in questa direzione checché ne dica il nuovo Presidente.

Forse Adduce, preso dal comprensibile entusiasmo per la nomina, dimentica che ​la Fondazione ​è un “​ente privato in controllo pubblico di livello regionale​”, come riaffermato, in un caso esattamente sovrapponibile, dal Consiglio di Stato (sentenza sez. V, 12.02.2018 n. 858).

Quali azioni si intendono mettere in essere per eliminare questa inaccettabile forzatura? Lo abbiamo chiesto a Marcello Pittella, Presidente della Regione Basilicata, anch’essa membro effettivo della fondazione.

In fondo non è vero che a Matera Capitale della Cultura 2019 regni l’immobilismo: dall’inizio della gestione De Ruggieri si è assistito ad un continuo valzer di poltrone e nomine, il tutto accompagnato da malcelati litigi e finte crisi. Di cultura se n’è vista davvero poca fino ad oggi. Cari Lucani per ora accontentavi di questi tristi balletti.