animazione.gif

BAS “La ‘pattuglia’ di ‘eroi’ - i giovani, in gran parte laureati o diplomati in Agraria, che lavorano e vivono nei campi – non solo è cresciuta di numero, ma soprattutto in qualità di progetti. Da tempo gli imprenditori agricoli under 35 in Basilicata sono protagonisti di una stagione di innovazione secondo lo slogan ‘l’imprenditore crea un lavoro e non lo chiede’. A testimoniare la crescita della giovane generazione di titolari di aziende agricole si è svolta a Potenza l’assemblea regionale dell’Agia-Cia che precede la V Assemblea elettiva nazionale di Roma del 17 e 18 maggio prossimi”. E’ quanto si legge nella nota diffusa da Cia Basilica in cui si riferisce che: “Il cammino percorso negli ultimi anni è stato ricordato da Rudy Marranchelli di Rotondella, riconfermato coordinatore regionale (vice è Giuseppe Mecca di Filiano) con le iniziative più significative per attuare il Progetto ‘ContAgiamo’ che esprime un pacchetto di proposte per favorire il ricambio generazionale in agricoltura che rientra da anni tra le priorità della Politica Agricola Comune. 
Da Tricarico – evidenzia Marranchelli nella nota – abbiamo lanciato la Carta per testimoniare che gli agricoltori sono capaci d’interpretare le sfide di un nuovo modello di produzione, trasformazione e commercializzazione. Sono passati 40 anni da Taccone d’Irsina 1977, ma gli agricoltori, autentici lavoratori, che si sporcano le mani, che lottano, determinati a trovare nuove soluzioni, sono sempre gli stessi, legati dall’amore per la terra, il proprio lavoro, i valori più intimi e propri di coloro che nel loro territorio credono e si spendono quotidianamente; quegli agricoltori che si mettono in gioco per non lasciare, come invece altri, meno motivati, fanno o hanno fatto, abbandonando l’agricoltura in cerca di una vita migliore. Si tratta di un progetto, fortemente sostenuto da Agia-Cia, per consentire a chiunque – soprattutto ai giovani – di reperire i terreni di natura pubblica. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio fondiario pubblico e riportare all’agricoltura anche le aree incolte, incentivando soprattutto il ricambio generazionale nel settore.

L’agricoltura – prosegue Marranchelli – non è più solo un ‘affare di famiglia’. Se un tempo in campagna ci si nasceva e il mestiere si ereditava dai genitori, oggi cresce sempre di più il numero di chi sceglie la vita dei campi, pur provenendo da esperienze e formazioni diverse. E fanno bene perché l’agricoltura si sta dimostrando vitale e ‘anticiclica’ dal punto di vista occupazionale, anche se i numeri del turn over generazionale nei campi sono ancora bassi, con gli under 40 che rappresentano solo il 9,9% del comparto e gli under 30 che si fermano addirittura al 2,1%. Stiamo assistendo a un fenomeno di rinnovamento del comparto: mentre i figli degli agricoltori che decidono di portare avanti l’azienda di famiglia si sono ridotti al 61% del totale una nuova tendenza avvicina al lavoro dei campi giovani laureati o professionisti di altri settori che decidono di mollare tutto e di cambiare vita. 
L’iniziativa di Tricarico – si legge ancora nella nota - sta dando primi risultati. La proprietà e l’uso della terra e la gestione del suolo: un tema molto importante, attuale da secoli. Le azioni chiave indicate dall’Agia e dalla Cia sono sempre più attuali: dare la terra comune ai giovani per creare profitto sostenibile. Su questo punto portiamo avanti da anni proposte che sono diventate concrete possibilità e che vanno ora sfruttate e messe a disposizione della collettività, come, ad esempio, la banca della terra e gli usi civici dei terreni comunali. Individuare una visione comune di gestione del territorio per affrontare l’agricoltura di domani in perfetta sinergia tra la realtà rurale e quella cittadina; e in questo momento così delicato non possiamo esimerci dall’avere una gestione comune dell’acqua. Il suolo e il bene fondiario, tutelati e preservati attraverso buone pratiche agricole, sono un grande giacimento a cielo aperto da utilizzare anche a fini ricettivi e turistici: il paesaggio agrario, la biodiversità, il patrimonio agro-silvo-forestale sono realtà che vanno messe a valore e rese fruibili in circuiti di agri-turismo autentico. Costruire intorno al bene terra, agli areali agrari, allo spazio rurale e agro-silvo-forestale un’offerta integrata unica, distintiva, che fa della salubrità e della sanità la carta identitaria del prodotto legato al territorio di provenienza, aspetto sempre più importante per fidelizzare e rassicurare il consumatore sia sul versante della sicurezza alimentare che sul quello della sostenibilità ambientale e della qualità del cibo. E’ necessario valorizzare il rapporto cibo/territorio in quanto gli aspetti salutistici e nutrizionali (a partire dalla dieta mediterranea) sono un formidabile valore aggiunto per le nostre produzioni tipiche, tradizionali e mediterranee. 
Al termine dell'assemblea – conclude la nota della Cia Basilicata - si è tenuto un focus sul tema credito con la partecipazione di Michele Piccini consulente business first di Unicredit”.