Ieri sera nella Cattedrale di Tursi esposta l’opera
che ritrae il vescovo della Diocesi di Tursi-Lagonegro
Arte, religione e fede hanno ispirato il ritratto di Mons. Vincenzo Carmine Orofino, realizzato dall’artista Vincenzo D’Acunzoe donato dalla comunità tursitana al vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro,in occasione del 14° anniversario della sua ordinazione Episcopale, avvenuta il 15 maggio 2004. L’omaggio è stato presentato martedì sera nella cattedrale diocesana dell’Annunziata di Tursi, al termine della messa vespertina presieduta dal Vesc
L’opera, di medie dimensioni (cm 50 x cm 70), è stata eseguita in acrilico su MdS, un materiale sintetico pressato dello spessore di 12 mm che D’Acunzo, poliedrico artista nato a Padula ma tursitano d’adozione, utilizza in sostituzione della tavole. In primo piano si apprezzaMons. Orofino e,
mentre l’alba si sviluppa con un cielo dai colori brillanti e variegati, illuminando da un lato la piana antistante il Santuario, meta sicura sotto il manto protettivo della Madonna, e dall'altro una zona di dirupi, a significare le immancabili difficoltàche il nuovo impegno ecclesiastico comporta. Mons. Orofino, già vescovo di Tricarico dal 2004, è arrivato il 25 giugno 2016 a Tursi, dove è stato accolto calorosamente da una moltitudine di fedeli, assieme alle autorità civili e religiose, presenti anche alla
Ma il ritratto e la circostanza religiosa si ricollegano anche a una consolidata tradizione storica di vescovi e artisti nella millenaria diocesi di Anglona (dal 1546 Anglona-Tursi, ma dal 1976ha assunto la nuova e attuale denominazione su base regionale), quando l'opera d'arte non era ancora nell'epoca della sua riproducibilità tecnica. Dunque, prima che la fotografia ne soppiantasse la funzione: immortalare il capo della Chiesa locale e la massima autorità morale e spirituale e rendere concreta epopolare, e talvolta itinerante, la conoscenza e assimilazione del binomio nome-immagine del vescovo. Con il quadro-ritratto si tenta oggi, forse, di ritrovare il segno distintivo di quell’aura perduta della unicità.
Note biografiche del maestro Vincenzo D’Acunzo
Nato a Padula (SA) nel 1950, vive e lavora a Tursi (MT). Ha allestito dal 1973 mostre personali e partecipato a manifestazioni artistiche, ricevendo lusinghieri riconoscimenti nazionali ed internazionali. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Dopo circa trent’anni dedicati alla ricerca, approda all’arte sacra e nel 2008, per la cattedrale diocesana dell’Annunziata di Tursi esegue gli ovali dei quattro “Evangelisti” (utilizzati anche da mons. Belfio di Udine, per la copertina dei quattro testi di riflessioni evangeliche). Per il soffitto della stessa chiesa, nel dicembre 2010, ha dipinto “L’Incoronazione della Beata Vergine” (mt 4,05×2,53), e nello stesso anno ha svolto il Tour d’arte “Equilibrio sopra la follia” (durato circa sei mesi). Dal 2011 ha avviato collaborazioni con scrittori, saggisti e storici per illustrazioni e copertine di libri, operando con gli stessi autori un confronto tra letteratura e pittura. Nel 2013, con il polittico realizzato a forma di croce “Il Battesimo di Gesù” (cm 110 x cm 200), completa il lavoro artistico nella Cattedrale di Tursi. Sempre nel 2013 ha realizzato “Padula è Gerusalemme”, tre pannelli acrilico su tavola, per la chiesa dell’Annunziata di Padula. Nel 2014, altre due grandi opere per la chiesa Buon Pastore di Policoro: “La Pentecoste” (pala d’altare cm 350 x 180) e “Giovanni l’Evangelista” (cm 160 x 110). Nel 2015 è tra i 15 finalisti del “XXXIII Premio Firenze 2015”, con “Natura morta: composizione di scatole abitate” (in cinque parti), un soggetto nato da un lavoro di ricerca su Policoro. Nel 2016 completa l’arricchimento artistico della chiesa Buon Pastore con i tre Evangelisti Luca, Marco e Matteo.
Nicola Decio Dimatteo