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 “Per l’Italia e per il Mezzogiorno i fondi della coesione sono risorse preziose, per favorire la trasformazione verso un’economia intelligente e inclusiva, per dare ai giovani l’opportunità di vivere e lavorare nei luoghi in cui sono nati, per innalzare la qualità dei servizi (scuole, sanità, trasporti), per rendere l’ambiente più verde e più resiliente rispetto ai rischi. E’ chiaro che la politica di coesione non può essere uno strumento risolutivo delle problematiche in cui versano le aree in ritardo, se non accompagnata da investimenti nazionali adeguati. Per questo occorre agevolare e non ostacolare i meccanismi di spesa, in un quadro di regole più semplificato e più armonizzato rispetto all’attuale.” Lo ha dichiarato il ministro per il Sud Barbara lezzi, nel duo intervento di apertura del convegno di presentazione delle proposte di Regolamenti per la Politica di coesione 2021-2027 della Commissione europea, in corso a Roma.

“L’Italia è uno dei Paesi dell’Unione che ha subito la maggiore riduzione del PIL pro-capite per effetto della crisi economica, soprattutto nelle regioni meno sviluppate e in transizione, in un contesto di contenimento generalizzato degli investimenti pubblici. In questo quadro, le risorse della coesione sono essenziali per la crescita degli investimenti, soprattutto nelle aree che stentano a recuperare il ritardo di crescita. Occorrerà rivedere il sistema di riparto tra categorie di regioni, con una scelta dei parametri che deve essere necessariamente giustificabile sulla base di criteri di equità e proporzionalità rispetto alla situazione economica degli Stati membri.  Mi riferisco, in particolare al moltiplicatore applicato alla prosperità nazionale nella metodologia di calcolo per le regioni meno sviluppate, di cui si propone una misurazione eccessivamente penalizzante per l’Italia.”