animazione.gif

BAS Sull'operazione antimafia nel metapontino interviene, con una nota, don Marcello Cozzi di Libera Basilicata: 
"Come è stato possibile non accorgersi di questa piovra mortale? Come è stato possibile sottovalutare e per tanti anni far passare attentati e intimidazioni per semplici autocombustioni? Come è stato possibile girarsi dall’altra parte, prendere per visionari chi lanciava allarmi, lasciare inascoltati appelli e grida d’aiuto? Come è stato possibile non cogliere in tutta la sua pericolosità ciò che era già evidente agli occhi di tutti ma probabilmente e volutamente non agli occhi di chi come al solito pensava solo a mostrare una cartolina a colori che non c’era? Come è stato possibile perdere tempo nei litigi fra Palazzi e disinteressarsi della sfiducia verso le Istituzioni che nel frattempo sempre più cresceva fra la gente? Come è stato possibile parlare il linguaggio sterile di certi equilibrismi istituzionali proprio mentre quella gente seminava terrore con il linguaggio mafioso delle armi, della prepotenza, dei summit in un lido, dell’”onore”, della “fedeltà” e dei “santini bruciati”? Mai come questa volta il nostro ringraziamento alle Forze dell’ordine e alla Procura Antimafia di Potenza non è di circostanza ma sentita e sincera, perché nel dare seguito alle numerose promesse di giustizia fatte negli ultimi tempi hanno restituito speranza ad un territorio e ad una regione che negli anni dinanzi a quelle violenze non sapevano più cosa dire, cosa fare e di chi fidarsi. Mai come questa volta siamo chiamati a prendere coscienza che forze dell’ordine e magistratura possono solo tagliare l’erba cattiva che ciclicamente torna a crescere, a noi tutti invece la responsabilità di arginarla in tempo, di isolarla culturalmente, di stigmatizzarla socialmente. Guardandoli in faccia, chiamandoli per nome. Chiamandola per nome: mafia". 
Bas 05