I Giovani Democratici della Basilicata hanno appreso con molta frustrazione delle recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro Poletti sui giovani costretti ad emigrare affermando che, per alcuni, questo non sia un grave rammarico.
Esprimere indignazione per quanto affermato potrebbe sembrare forse anche banale e retorico in un epoca in cui i ragazzi e le ragazze di questo Paese hanno dovuto sopportare epiteti e reprimende di ogni genere.
L’asfissiante crisi economica e occupazionale in cui versa l’Italia intera dal 2008 ormai è ben conosciuta; si spera che il Ministro Poletti possa aver altrettanto conosciuto quello che è, invece, un autentico bollettino di guerra proveniente dal Sud e dalla Basilicata.
In tutto il Mezzogiorno, e la Basilicata non ne è stata eccezione, nel periodo 2008-2014 (dati Svimez, Rapporto 2016) sono stati persi 672.000 posti di lavoro, un autentico disastro.
La Basilicata, come si è detto, purtroppo non è stata una felice eccezione. Negli anni di crisi probabilmente ha subito gli effetti più pesanti, non solo dal punto di vista occupazionale ma anche demografico. Non è possibile, infatti, dividere l’analisi della perdita di posti di lavoro dal basso numero dei suoi abitanti; se nei precedenti decenni pre-crisi questa Regione ha sempre subito un logorante processo migratorio, non è difficile immaginare come negli ultimi anni questo sia stato ancora più accentuato, perdendo circa 5.000 conterranei all’anno.
Dopo aver letto questi scarni ed odiosi dati, non è possibile rimanere indifferenti di fronte ad approssimative e supponenti affermazioni.
I giovani lucani hanno sentito sulla propria pelle cosa significa perdere un fratello o un amico, costretto a partire per posti lontani con la speranza di rivedersi, nella migliore delle ipotesi, dopo lunghi mesi.
In una Regione che conta poco più di mezzo milione di abitanti, la partenza di così tanti ragazzi e ragazze significa la distruzione del suo tessuto sociale, si è quasi di fronte ad un salto generazionale che nei primi decenni futuri potrebbe condurla all’oblio; questo non è accettabile.
Non è possibile, allora, accettare in silenzio che una delle massime cariche istituzionali del nostro Paese dica che “alcuni è meglio non averli tra i piedi”, perché significherebbe affondare il coltello in una ferita aperta che ha quasi ogni famiglia dei nostri borghi e che ogni giorno continua a sanguinare, da chi invece dovrebbe porsi quotidianamente la preoccupazione di dare una speranza del ritorno; da qualcuno che dovrebbe sostenerci dicendo: “Andate via, crescete, imparate nuove culture ed esperienze, ma poi tornate perché la Basilicata, il Sud, l’Italia è la vostra terra, ed abbiamo bisogno di voi”.
Giuseppe Gioia
Responsabile Lavoro GD Basilicata