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Le due giornate di Consiglio Regionale che hanno caratterizzato questa prima torrida settimana estiva hanno portato sgradevoli sorprese in dono ai cittadini lucani: fatta eccezione per i 31 che hanno avuto la fortuna di ricoprire cariche elettive come quella di Consigliere Regionale nella nona legislatura (2010-2013).
Oltre alla norma ‘ad Pittellam’ e ‘Salva Poltrone’ approvata a tempo record (6 giorni) grazie alla proposta di legge super trasversale del trio Mollica (UDC Misto), Rosa (FdI) e Spada (PD) che assicura la poltrona e lo stipendio ai consiglieri in caso di dimissioni di Marcello Pittella per collocarsi su una poltrona parlamentare a Roma, c’è da segnalare l’ennesima correzione una volta della legge sui vitalizi (L.R. 38/2002). Si tratta dell’ennesima norma che interviene proprio su quei vitalizi che nelle settimane scorse avevano visto la spasmodica attenzione del “Mago della frittata”, Piero Lacorazza, erettosi paladino dei vitalizi al punto tale da far giungere qualche contentino a talune fondazioni ricadenti nel suo raggio elettorale. Ebbene, negli spasmodici ed estenuanti lavori relativi al disegno di legge di variazione di bilancio, la maggioranza pittelliana ha trovato modo e spazio per ridare la possibilità ai consiglieri in carica nella precedente legislatura (quella terminata anticipatamente per le dimissioni di De Filippo indotte dallo scandalo ‘Rimborsopoli’), che abbiano versato contributi relativi per un periodo inferiore a cinque anni ma superiore a trenta mesi, di effettuare versamenti volontari per il periodo mancante (massimo 2 anni e mezzo) per ritornare ad avere diritto all’assegno vitalizio. Tale possibilità non è preclusa neanche a chi avesse già ritirato quanto versato: gli basterà, infatti, versarlo nuovamente ed attendere che il traguardo del ‘meritato’ riposo sia raggiunto.  Come noto, gli importi che vengono erogati a titolo di vitalizio agli ex consiglieri nella stragrande maggioranza dei casi non sono coperti dai contributi versati: e restano a carico delle finanze regionali (quelle del Consiglio Regionale). Mentre per i comuni mortali,  per andare in pensione (spesso di importi inferiori ai mille euro), servono almeno 40 anni di contributi ed età minima di 66 anni e 7 mesi!

Con un colpo di mano, Pittella e la sua maggioranza, hanno avuto il coraggio di riportare in vita l’odioso privilegio abrogato nel dicembre 2012 con efficacia dalla decima legislatura (quella in corso): le intenzioni della maggioranza bipartizan si erano tuttavia già palesate nei mesi scorsi attraverso l’azione strumentale dell’Associazione Ex Consiglieri che mirava ad anestetizzare  il taglio, peraltro temporaneo, dei tagli farlocchi ai vitalizi. Evidentemente qualche ex consigliere della precedente legislatura si è sentito defraudato del privilegio ed ha spinto per far passare la norma “ripristina vitalizi” in barba ai cittadini ed al mago della frittata.
Ricordiamo che nella legislatura, quella in corso, in consiglio regionale siedono alcuni consiglieri e assessori già presenti nella legislatura precedente (IX): Luca Braia (PD), Nicola Benedetto (CD), il decano Franco Mollica (UDC), Michele Napoli (FI), Paolo Castelluccio (FI), Giannino Romaniello (ex SEL, ora Misto), Gianni Rosa (ex PDL, ora Fratelli d’Italia), e Marcello Pittella (PD).

Ovviamente il M5S ha votato contro questo provvedimento ed a nulla è valsa la nostra proposta di abrogazione della norma. Nonostante tutto, il M5S continuerà la sua battaglia per raggiungere un minimo di giustizia sociale ed eliminare i privilegi medioevali assurdi, gli intollerabili conflitti di interesse e continuare combattere le filiere clientelari. Ci auguriamo che sempre più cittadini prendano coscienza e si uniscano a noi nella lotta, contribuendo a ridare dignità alla nostra amata, quanto bistrattata Basilicata.

Qui la modifica ‘salva vitalizi’.

Gianni Perrino

Portavoce M5S Basilicata - Consiglio Regionale