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Dal 19 al 20 maggio la città dei Sassi ospiterà un incontro riservato ai massimi esperti italiani nella diagnosi e nella cura della Sclerosi multipla (SM).
Attesi a Palazzo Viceconte, sede dell’incontro, una trentina di ricercatori e clinici provenienti da centri universitari, pubblici e privati, di tutta Italia.
Non si tratterà di un congresso medico ma di un incontro tra specialisti per presentare e condividere le ultime scoperte in campo neurologico.
Venerdì mattina, a fare gli onori di casa ed introdurre i lavori, ci sarà la Dott.ssa Maria Gabriella Coniglio, neurologa ed ex primario dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera che l’Azienda sanitaria ha collocato a riposo, contro la sua volontà, con una delibera già impugnata davanti al giudice del lavoro.
800 i pazienti prima in cura presso il Centro per la Sclerosi multipla del nosocomio materano divenuto polo di attrazione per i residenti non solo della Basilicata ma anche di regioni vicine (in particolare Molise e Calabria) che probabilmente andranno ad alimentare la migrazione sanitaria.
La Sclerosi multipla è una malattia infiammatoria e degenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce in Italia circa 130.000 persone.
Insorge solitamente nei giovani adulti tra i 20 e i 40 anni, con una maggiore prevalenza nel sesso femminile.
Può presentarsi nelle fasi iniziali con disturbi visivi e della sensibilità associati ad un senso di fatica che non migliora con il riposo.
Tra gli obiettivi della ricerca, sostenuta in Italia dall’Associazione dei malati (AISM) e da una specifica Fondazione, c’è quello di sviluppare terapie capaci di contrastare la progressione della malattia individuando i pazienti a rischio di andare incontro a forme gravi.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Coniglio se la pandemia da Covid 19 abbia causato un aumento di casi di sclerosi multipla, come avvenuto per altre malattie autoimmuni quali il diabete giovanile.
Questa la sua risposta: “Al momento non ci sono dati che dimostrino un’aumentata incidenza di sclerosi multipla collegata alla pandemia da Covid 19. Uno studio del Prof. Massimo Filippi, Direttore dell’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano [tra i partecipanti al Meeting di Matera], ha invece osservato un minor rischio di contrarre l’infezione da Covid 19 tra i pazienti con sclerosi multipla con livelli più elevati di vitamina D”.

Nota redazionale a cura del Dott. Erasmo Bitetti