Sono “Se una città è situata su un’altura” di Simone Bacco (collettivo Šumma ālu), “Orsolina: una di noi” di Forteresse e “Boomerang/LP” (titolo aggiornato in “Turuwal”) di Sistemi dinamici altamente instabili i tre progetti di ricerca artistica vincitori dell’edizione 2023 del bando “Il filo immaginario”, indetto dalla compagnia Gommalacca Teatro per la promozione e il sostegno dei nuovi linguaggi della scena creativa, performativa e interdisciplinare. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma triennale “Artisti nei territori” sostenuto da Ministero della Cultura - Direzione Generale Spettacolo e Regione Basilicata. Ognuno dei soggetti proponenti i tre progetti selezionati avrà l’opportunità, entro la fine del 2023, di svolgere una residenza artistica di quindici giorni presso l’Auditorium del Centro Sociale Malvaccaro di Potenza, grazie alla collaborazione del Comune di Potenza, oltre a ricevere un contributo a sostegno del progetto in residenza e il supporto professionale e tecnico. La graduatoria finale dei progetti candidati è disponibile sul sito della compagnia all’indirizzo www.gommalaccateatro.it. 122 sono state le candidature pervenute da artisti, gruppi e compagnie in risposta al bando, rimasto aperto dal 1° al 31 marzo scorsi, inerenti diverse discipline artistiche: teatro contemporaneo, performance nello spazio pubblico, installazioni visive, danza, pratiche artistiche per la comunità, interventi site-specific, arte partecipata. Oltre che dall’Italia, le proposte sono arrivate anche da altri Paesi europei come Germania, Spagna e Francia. La selezione è stata effettuata con “formula mista”, attraverso il lavoro di 4 referenti di Gommalacca Teatro (tra cui la direzione artistica) e 11 “spettatori attivi”, in parte allievi dei laboratori di ricerca scenica della compagnia e in parte cittadini appassionati di teatro, compresi in una fascia di età dai 13 ai 64 anni, che hanno operato sia in sessioni singole che di gruppo, per concludere il lavoro in seduta plenaria per la definizione della graduatoria finale. «Ringraziamo artisti e artiste, gruppi e compagnie – comunica la direzione artistica di Gommalacca – che hanno dedicato del tempo e della cura nella candidatura dei loro progetti, con cui hanno toccato tutte le categorie previste dal bando e hanno arricchito la nostra visione del mondo. Ringraziamo tutte le persone del gruppo “spettatori attivi”, che hanno partecipato alle sessioni preparatorie, hanno lavorato in autonomia e nelle sessioni plenarie, sempre con entusiasmo e portando uno sguardo fondamentale in questo percorso. Ringraziamo l’equipe interna ed esterna di Gommalacca Teatro, che ha collaborato alla visione dei progetti, al confronto con il gruppo degli spettatori, e che ha curato e cura l’organizzazione e la comunicazione de “Il filo immaginario”. Ringraziamo, infine, i partner Istituzionali (Ministero della Cultura - Direzione Generale Spettacolo, Regione Basilicata e Comune di Potenza) per il sostegno e la collaborazione attiva.» Šumma ālu è un collettivo auto-generativo composto dai giovanissimi artisti visivi Simone Bacco, Greta di Poce e Valerio Pastorelli. “Se una città è situata su un’altura” è un’opera performativa che prende le modalità del workshop e che si sviluppa come officina nomadica. Il workshop è pensato come atto di divinazione dei desideri dei partecipanti, letteralmente una desidumanzia: de (mancanza) sidus (stelle) manzia (divinazione). Forteresse è un’associazione che si occupa di creazione, produzione e diffusione di progetti artistici e pedagogici, pluridisciplinari e di ricerca. In “Orsolina: una di noi” Orsolina è troppo: troppo grassa, troppo rumorosa, troppo sorridente, troppo ingenua, troppo curiosa e troppo sensibile. La sua visione del mondo è troppo unica. Orsolina non riesce a trovare il proprio posto nel mondo, non si sente ancora adulta, almeno per come si era immaginata che gli adulti dovessero essere. Sistemi dinamici altamente instabili da 30 anni persegue un percorso di ricerca originale sulla corporeità e lo spazio. Il lavoro in sala e in scena si basa su improvvisazione e composizione istantanea. “Turuwal” va alla ricerca di un formato originale che sia un ibrido tra atto performativo e pratiche di condivisione, con l’obiettivo di generare in modo spontaneo un’apertura percettiva nel pubblico, il quale entra in relazione con il processo creativo divenendo un “osservatore attivo”.