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Le proteste del mondo agricolo europeo e italiano, che da alcuni giorni hanno raggiunto anche la Basilicata, non vanno sottovalutate e vanno comprese e rispettate entrando nel merito e provando a indicare soluzioni e nuovi scenari per il futuro del comparto. Le ragioni degli agricoltori lucani sono tante e oltre alle problematiche di rilievo europeo e nazionale, quali il costo dei carburanti agricoli e l’aumento della tassazione, la riforma della politica agricola comunitaria e i mercati internazionali, i costi di produzione e i redditi sempre più bassi, la crisi climatica e l’uso dei pesticidi, la valorizzazione dell'agricoltura familiare, si aggiungono, a livello regionale, la corretta gestione delle risorse idriche, l’erosione del suolo, l’inquinamento dei terreni nelle zone delle estrazioni petrolifere e del trattamento dei rifiuti speciali, l’emergenza cinghiali e l’abbandono dei terreni dovuto allo spopolamento e alla diminuzione delle attività aziendali (nel 2022 hanno chiuso i battenti 561 imprese agricole e zootecniche lucane)”. Lo afferma in una nota l’associazione civica Medinlucania. “Alla base di tutto - spiega - vi è la Pac (Politica agricola comune) e la sua revisione. Qualche giorno fa la presidente della Commissione Von der Leyen ha annunciato che la Pac sarà riesaminata e a questo proposito è stato istituito il forum “dialogo strategico” sul futuro del sistema agricolo e alimentare dell'Ue. La revisione della Pac era in corso da tempo, prima dell'attuale ondata di manifestazioni degli agricoltori. Come indica il nome, il forum svilupperà il dialogo tra i principali portatori di interessi sulle questioni strategiche quali il modo per garantire un tenore di vita equo agli agricoltori e alle comunità rurali, come sostenere l'agricoltura entro i limiti degli ecosistemi del pianeta, come cogliere le enormi opportunità offerte dalla conoscenza e dall'innovazione tecnologica e come promuovere un futuro prospero per il sistema alimentare dell'Unione europea in un mondo competitivo e sostenibile. Il forum è presieduto dal professor Peter Strohschneider, già presidente della commissione del governo tedesco per il futuro dell'agricoltura. La riunione di avvio del “dialogo strategico” avrà luogo nella prima metà di quest'anno. Essa sarà seguita da una serie di riunioni, ciascuna su un tema diverso relativo alle sfide e alle opportunità dell'agricoltura europea. Va da sé che sia il Consiglio che il Parlamento europeo saranno coinvolti nel processo di riesame, al punto che il presidente del forum informerà regolarmente e scambierà opinioni con entrambe le istituzioni in merito a ciò che le parti in causa esprimeranno. Il “dialogo strategico” è uno strumento per far giungere da ogni angolo dell’Europa, attraverso i suoi rappresentanti, problematiche e proposte per una nuova politica agricola europea che assicuri il mercato e sostenga gli agricoltori. Questo il quadro della situazione. Sul piano concreto, - argomenta Medinlucania - l’esasperazione degli agricoltori europei, al punto di mobilitarsi e protestare, è certamente dovuta alle responsabilità politiche decennali dei governi nazionali e delle regioni. Quello che promette ora l’Ue, appare giusto e interessante, ma non vorremmo che sia solo teoria. Per evitarlo spetterà alla politica nazionale e regionale, alle organizzazioni di categoria, agli operatori e ai cittadini-consumatori farsi sentire, vigilare e farsi valere, a partire dalla gestione del Complemento di sviluppo rurale regionale e dalla revisione della Politica agricola comune (Pac) del quadriennio 2023-2027. Medinlucania come sempre è in prima linea e farà la sua parte”.

 

ASSOCIAZIONE MEDinLUCANIA