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Il Tribunale di Roma, sezione immigrazione, ha sospeso il procedimento di convalida del fermo di sette migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh, già trasferiti in Albania, con ingenti costi a carico dell’erario, fermi gli effetti del trattenimento provvisorio disposto in base all’art.6 del D.lgs 142/2015 e 14 TU immigrazione e art.4 del protocollo Albania, rimettendo gli atti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, ai sensi del art. 267 TFUE.
Questo perché, in base al nuovo decreto “Paesi sicuri” varato dal Governo, i giudici chiedono un parere alla Corte di giustizia europea in quanto il predetto decreto conterrebbe profili di dubbia compatibilità con la disciplina sovranazionale (europea).
Il Tribunale, nel suo provvedimento, evidenzia che i criteri per la designazione di uno Stato come Paese di origine sicuro sono stabiliti dal diritto dell'Unione europea. Da ciò consegue che il giudice nazionale ha il dovere di verificare sempre e in concreto, come in qualunque altro settore dell'ordinamento, la corretta applicazione del diritto dell'Unione che prevale sulla legge nazionale.
Siamo in presenza di una vera farsa, conseguenza -al solito- della scarsa competenza di politici che ritengono che il consenso elettorale debba prevalere sulle norme di diritto: mostruoso delitto giuridico!
Il Governo, con questa vicenda, si sta giocando la sua credibilità istituzionale e politica. Se la Corte di giustizia UE dovesse ritenere corretta l’interpretazione dei Giudici italiani, dovrà dimettersi.
Avv.Leonardo Pinto