In questi giorni la straordinaria ondata di gelo ha messo in ginocchio l’intera regione che, dopo innumerevoli selfie da parte di sindaci e amministratori, ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza.
In uno scenario siberiano (strade ghiacciate, cumuli di neve ammassati ovunque) aggravato dalla tardività di assistenza e soccorsi, i sindaci e i consiglieri comunali delle due province lucane si apprestano a rinnovare i rispettivi consigli provinciali nelle cosiddette “elezioni di secondo livello”. Cosa significa? Grazie all’ennesima manipolazione delle parole, tanto cara a chi ci governa, si cerca di far passare per “elezione” quella che in realtà altro non è che una consultazione tutta interna alla classe politica, rispetto alla quale i cittadini sono meri spettatori: i 12 (per il consiglio provinciale di Potenza) e 10 (per quello di Matera) consiglieri provinciali vengono eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali delle rispettive province tra tutti gli stessi sindaci e consiglieri comunali. Insomma, “loro se la cantano e loro se la suonano”: la Casta politica si chiude alla partecipazione e alla democrazia. E pensare che uno degli strumenti di propaganda più utilizzato dei sostenitori del SÍ nell’ultima campagna referendaria, era proprio quello della soppressione delle province. Chissà quanti dei sostenitori del SÍ saranno presenti nelle liste!
E’ noto che il M5S non prende parte alla farsa delle elezioni provinciali. Nel pasticcio della riforma targata “Del Rio” (attuale Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), gli unici a farne le spese sono stati i cittadini che hanno sperimentato sulla carne viva i ripetuti tagli alle risorse destinate ai controlli ambientali, all’edilizia scolastica, alla viabilità e manutenzione delle strade, al mantenimento di alcuni irrinunciabili presidi culturali come le biblioteche.
Il valzer delle candidature alle ambite poltrone provinciali si protrae già da qualche settimana: ed altro non è che la stucchevole riproposizione di finti duelli tra i soliti personaggi che vivono da anni (e agiatamente) grazie alla politica, unitamente al parentado, amici e amanti. A rendere ancora più squallido questo ripugnante “gioco delle parti” ha contribuito la vicenda, balzata agli onori della cronaca nei giorni scorsi, che vede protagonista il Presidente della Provincia di Matera, nonché Sindaco di Grottole, Francesco De Giacomo: proprio cittadino grottolese ha denunciato presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti da parte del De Giacomo. Quest’ultimo, secondo il denunciante, avrebbe affidato appalti ad un imprenditore, che sarebbe suo cognato, eludendo le norme ostative previste dal Testo Unico degli Enti Locali (TUEL).
In casa PD, partito di De Giacomo, a parte la flebile voce del segretario provinciale Pasquale Bellitti, non v’è stata alcuna presa di posizione o dichiarazione, tantomeno condanna, da parte di consiglieri regionali, provinciali o comunali. Tutto tace: come al solito il PD aspetta che sia eventualmente la magistratura ad intervenire mentre un’ autoreferenziale Casta politica cerca di perpetuarsi a dispetto dell’interesse della comunità lucana.
Nell’auspicio che al più presto e nelle dovute sedi venga fatta chiarezza sull’accaduto, invitiamo i cittadini a seguire l’esempio del cittadino grottolese e denunciare i sospetti episodi di “malagestio” e abuso della cosa pubblica: solo alzando la testa potremo scoprire e debellare “parentopoli” e far ritornare le Istituzioni nelle mani dei loro unici sovrani: i cittadini!
Gianni Perrino