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Apprendiamo con piacere la notizia dell’impugnazione da parte della Regione Basilicata del nuovo disciplinare del MISE relativo alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. Oramai siamo costretti a venire a conoscenza di questi atti esclusivamente attraverso notizie di stampa: da qualche mese a questa parte, il Consiglio Regionale sembra essere diventato una sorta di porto di mare all’interno del quale si mercanteggiano poltrone ed incarichi.
La nostra mozione per l’impugnativa del disciplinare tipo era stata calendarizzata per il 24 ottobre 2017, ma la maggioranza preferì la lotta per le poltrone ad una seria discussione su problemi che riguardano le sorti future della nostra regione. Più o meno la stessa situazione verificatasi a luglio 2017, quando dovemmo mandare una PEC al Presidente della Regione per ricordargli di impugnare la prima versione del disciplinare a pochi giorni dalla scadenza fissata per il giorno 1 agosto 2017.

Tuttavia queste azioni non sono affatto sufficienti per farci cambiare idea sulle politiche messe in campo da questa maggioranza per la salvaguardia del nostro territorio. È del tutto evidente che non c’è una linea ben definita nelle politiche di Pittella e soci: si naviga a vista e si fa qualche sosta nel porto di mare. L’impugnativa del disciplinare tipo o l’istituzione del Parco Regionale del Vulture rischiano di diventare meri esercizi di greenwashing se paragonate ad atti come l’autorizzazione a bruciare monnezza nei cementifici di Matera e Barile.

Gianni Perrino

Portavoce M5S Basilicata  - Consiglio Regionale