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foto 3 restauro.jpgA Montegiordano, è stata restaurata la Statua della Madonna di Pompei, e consegnata con una cerimonia ufficiale che si tenuta, domenica 21 luglio, presso la Chiesa di Cristo Redentore, alla presenza di Padre Giuseppe Cascardi, parroco della Diocesi di Montegiordano. Il Dottor Rocco Introcaso, Sindaco del comune jonico, ha rivolto il suo personale ringraziamento, oltre che al parroco di Montegiordano, anche al Vescovo di Cassano all’ Jonio, Monsignor Francesco Savino. Tanti gli interventi nel corso della serata, a partire dall’Avvocato Ivan Iurlo, in rappresentanza degli eredi di Vito Iurlo, che, anni fa, donò la statua alla comunità montegiordanese. L’avvocato, dopo i doverosi saluti, ha ringraziato pubblicamente la zia Franca Iurlo, per aver offerto le spese del restauro. A nome dell’Associazione Pitagora di cui è presidente, Iurlo ha, successivamente, conferito una pergamena al Vescovo, avendo quest’ultimo conseguito la laurea ad honorem in Medicina, presso l’Università di Bari. A consegnare materialmente il riconoscimento è stato il Dr. Francesco Fiordalisi, Sindaco uscente del Comune di Montegiordano, al quale, a sua volta, è stata consegnata una pergamena, per gli importanti risultati professionali ottenuti in campo medico. Non sono mancate le relazioni tecniche a cura delle Dottoresse Alessandra Carelli e Stefania Bosco. La prima, Storica dell’Arte, Rete Universitaria Unical, ha presentato la sua relazione su “La Cartapesta nella Statuaria Sacra”. A seguire l’intervento della Dottoressa Bosco, Docente Unical, Storica dell’Arte Ministero per i Beni e le attività Cuturali, Presidente dell’Accademia di Restauro “San Martino”- Muma. La Bosco si è soffermata sul concetto di restauro, che è diverso da quello di ripristino. Per conservare l’opera d’arte e tramandarla ai posteri, è necessario rispettare una serie di regole. Un buon restauratore seleziona gli interventi, che non devono essere drastici e radicali, consentendo alla scultura di mantenere la sua reale natura, senza essere alterata o ringiovanita. E’ necessario, pertanto, effettuare testi di laboratorio, per scegliere le tecniche ed i mezzi da utilizzare. Non semplici ripitture, ma un lavoro preciso e puntuale, che consenta ad una statua di tornare al suo antico splendore. Due i testi normativi in materia, che evitano danni ingenti, la “Carta del Restauro”, del 1939, ed il Codice dei Beni Culturali. Monsignor Savino, nel suo intervento conclusivo, ha sottolineato come l’immagine restaurata e portata al culto dei fedeli, testimoni il vincolo forte e vitale, che unisce la Beata Vergine al Cristo e alla Chiesa. Il Vescovo ha, poi, sottolineato come la Madonna sia modello al quale la Chiesa deve ispirarsi. La cerimonia si è conclusa con la benedizione della statua da parte di “Sua Eccellenza”.
Antonella Domenica Gatto