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ospedale-san-carlo-di-potenza-22025.660x368.jpgBAS Dagli Usa al Regno Unito per portare l’esperienza medica e la ricerca scientifica dell’AOR “San Carlo” a livello internazionale. “È un proliferare di attività e di successi che ogni giorno contribuisce a tenere alto il livello dell’Azienda Ospedaliera Regionale di Potenza e del quale intendiamo dare atto - ha sottolineato il Direttore Generale, Massimo Barresi, che in una nota prosegue così: “Vanno in questa direzione gli ultimi studi prodotti dalla Uoc di Neurologia e dall’Uosd di Chirurgia plastica ricostruttiva. Risultati clinici, medici e diagnostici affiancati da una ricca produzione di pubblicazioni che ci inorgogliscono e che intendiamo divulgare”.
UOC Neurologia – AOR “San Carlo” di Potenza
Primo caso al mondo di pneumoencefalo associato a sindrome da ipotensione intracranica spontanea
Il team della UOC di Neurologia dell’AOR “San Carlo” di Potenza, diretta dal Nicola Paciello, si sta distinguendo in termini di assistenza clinica ma anche per rilevanti contributi in campo scientifico internazionale. La conferma arriva dalla recentissima pubblicazione dell’articolo “Pneumocephalus Associated With Spontaneous Intracranial Hypotension” sulla prestigiosa rivista statunitense “Headache”, la seconda al mondo in termini di spessore scientifico nell’ambito “cefalee e dolori cranio-facciali” (IF 3.749). L’articolo, che ha come co-autori i dottori Michele Trimboli, Angela Cervellino e Donato Peluso, con il fondamentale contributo dell’ex-direttore Enrico Ferrante, ha trovato spazio nella sezione “Teaching Images” della rivista dell’American Headache Society, illustrando il primo caso al mondo di pneumocefalo associato alla rara sindrome da ipotensione intracranica spontanea.
Lo pneumoencefalo è caratterizzato da un accumulo di aria tra il cervello e le membrane che lo rivestono con conseguente compressione sul parenchima cerebrale. Nel caso descritto, l’accumulo era favorito dal passaggio di aria dai seni paranasali all’encefalo attraverso una breccia formatasi a livello della parete ossea per il ripetersi di starnuti e accessi di tosse. Tale condizione comportava anche la perdita di liquor con conseguente ipotensione liquorale.
La Neurologia dell’AOR San Carlo prosegue il percorso avviato negli ultimi anni finalizzato ad affiancare all’assistenza clinica, incentrata sulle necessità del paziente, l’attenzione alla ricerca e produzione scientifica. https://headachejournal.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/head.13590.
UOSD Chirurgia plastica ricostruttiva – AOR “San Carlo” di Potenza
Studio clinico retrospettivo su 2.151 donne con protesi mammarie per aumento o ricostruzione seno
“Analisi retrospettiva di 5 anni delle protesi mammarie Eurosilicone“, uno degli studi più grandi al mondo per numero di pazienti esaminati, porta la firma del Dr. Maurizio Saturno, Responsabile UOSD (Unità Operativa Semplice Dipartimentale) di Chirurgia plastica ricostruttiva dell’AOR “San Carlo“ di Potenza, e dei Dottori Sharon Stewart, PhD, Erin Bell, BSc, e Emanuela Esposito MD, FEBS. Lo studio sulla sicurezza delle protesi Eurosilicone è stato condotto congiuntamente alla Eurosilicone di Glasgow e pubblicato sull‘Aesthetic medical journall, una delle più importanti riviste al mondo di chirurgia estetica e ricostruttiva.
Le protesi mammarie al silicone, ampiamente utilizzate per la ricostruzione e l’aumento del seno, nel corso degli anni hanno subito diverse modifiche per migliorare la sicurezza, la qualità e l’affidabilità clinica. Complicazioni come reintervento, contrattura capsulare e rottura sono i rischi spesso associati alle protesi mammarie.
Gli autori hanno condotto uno studio clinico retrospettivo su 2.151 donne che hanno subito l’aumento del seno o la ricostruzione del seno con le protesi mammarie, per analizzare e riferire tassi di complicanze associati a protesi mammarie Eurosilicone riempite con gel di silicone per un periodo di 5 anni.
Sono stati raccolti dati sulle complicazioni precoci e tardive, inclusa la rimozione dell’impianto (espianto/scambio), contrattura capsulare e rottura, usando questionari, completati da trentanove chirurghi in tutta Italia. Questi i risultati: solo 60 pazienti (2,78%) hanno richiesto la rimozione dell’impianto. Venticinque pazienti contrattura capsulare con esperienza (Baker Grade III / IV) con un tasso reale dell’1,2%.
Il tasso effettivo di rottura dell’impianto confermato dalla RMN al seno era dello 0,18% (quattro impianti). A sei pazienti è stato diagnosticato un cancro della mammella dopo il seno aumento e complicazioni locali incluso ematoma (1 paziente) e sieroma (2 pazienti) riscontrati. Conclusioni: questo studio clinico retrospettivo che coinvolge le protesi di Eurosilicone e impianti mammari anatomici con texture in gel di silicone dimostrano un eccellente profilo di sicurezza fino a 5 anni.
Lo studio sarà presentato dal Dr. Saturno il 28 settembre a Palermo, al congresso della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.