Non sarà certamente l’istituzione di un Ministero per il Mezzogiorno, tra l’altro “senza portafoglio”, a dare una risposta al forte disagio sociale delle popolazioni del Sud espresso con il No al referendum e tanto meno a dare soluzioni ai tanti problemi storici delle regioni meridionali. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale e consigliere di Forza Italia Paolo Castelluccio per il quale non solo infatti rappresenta una struttura senza senso perché arriva, oltretutto con enorme ritardo, in un Governo di scopo che si presume e si spera ci conduca in tempi brevissimi al voto, ma è anche privo di ogni incisività. Tutti i piani di sviluppo per il mezzogiorno, la gestione dei fondi comunitari, gli interventi già programmati e quelli da programmare, passeranno pertanto per un ministero che ufficialmente è senza portafoglio ma che in realtà sappiamo benissimo in che mani sta. Da un professore, Andreatta, l’ultimo ministro del Mezzogiorno, nel 1993, ad un altro professore, De Vincenti, siamo ad un ricorso storico senza alcuna novità sostanziale.
Intanto - dice Castelluccio - il Paese continua ad essere diviso a metà, con oltre 20 milioni di cittadini in una condizione di emergenza totale mentre il famoso piano per il Sud annunciato da Renzi oltre due anni fa come il Patto Basilicata si sono rilevati l’ennesimo bluff, come dimostra la recente rilevazione sulla qualità della vita in Italia dove tutte le ultime posizioni sono occupate da Province del Sud e nel dettaglio con quelle lucane messe decisamente male a fondo classifica. La Basilicata e il Mezzogiorno – conclude – hanno bisogno di ben altro per recuperare il divario con la “questione settentrionale” e gran parte dei territori dei Paesi europei.