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leggieriL’interesse della Regione per le vicende del Pertusillo e del Centro Oli di Viggiano arrivano dopo anni di imbarazzanti silenzi e dopo numerosi tentativi di minimizzare i problemi che le estrazioni petrolifere hanno generato nell’intera area della Val d’Agri.

Appaiono tardive le rassicurazioni di questi giorni del Presidente Pittella e le azioni che vengono annunciate.

Abbiamo lasciato trascorrere anni senza che si facesse nulla per tutelare la salute pubblica, per difendere il nostro territorio, per garantire il rispetto delle regole, oggi, all’improvviso qualcuno si sveglia da uno strano torpore e inizia ad accorgersi della situazione.

Un ripensamento che sa tanto di beffa per chi da tempo denuncia cosa accade nella nostra Regione e i gravi danni causati dalle estrazioni petrolifere. Un ripensamento che sa tanto di strategia elettorale alla ricerca di un consenso perduto.

Tutti sapevano, o meglio, tutti avrebbero dovuto sapere, eppure il Presidente Pittella e la sua Giunta hanno sempre ignorato il problema, minimizzato, addirittura condannato l’allarmismo degli ambientalisti.

Sono molteplici le interrogazioni presentate tra il 2014 ed il 2017 dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, molte di queste aspettano ancora una risposta. Eppure sono interrogazioni con le quali si chiedevano chiarimenti proprio sulla situazione del Pertusillo, sul Centro Oli di Viggiano, sull’inquinamento rilevato nel corso di alcuni controlli, sulla situazione dei territori interessati dalle estrazioni petrolifere. Perché allora questo silenzio? Perché questa mancanza di attenzione da parte di chi governa questa Regione?

Anche quando nel maggio del 2016 abbiamo chiesto, sulla scorta di uno studio dell’Arpa Basilicata condotto sui sedimenti dell’invaso del Pertusillo (“Progetto di monitoraggio dello stato degli Ecosistemi dell’area della Val d’Agri – pag. 195 – marzo 2015), come mai risultasse “la presenza diffusa di idrocarburi nei campioni dei sedimenti sia del fiume Agri che di alcuni suoi affluenti oltre che ne sedimenti del Lago del Pertusillo”, la risposta è stata: il silenzio.

Un silenzio assordante ed imbarazzante che ha dell’incredibile. Un silenzio che inchioda la politica lucana alle sue responsabilità.

Dagli accordi del 1998 ad oggi la storia è stata sempre la stessa. Abbiamo avuto una classe politica regionale completamente assoggettata ad interessi altri rispetto a quelli del popolo lucano. Una classe politica troppo dipendente dalle decisioni di Roma e troppo supina rispetto al potere delle multinazionali del petrolio.

Oggi, quella storia continua, con attori diversi, ma non fatevi incantare ed ingannare, perché il risultato è sempre lo stesso.

Così accade che il nemico diviene chi cerca di fare un po’ di chiarezza, chi lancia l’allarme rispetto ad un disastro ambientale in atto da tempo, chi vuole risposte.

Invece di condannare con forza chi inquina e chi nasconde i dati, invece di condannare chi non ha fatto il proprio dovere, si condanna chi indaga, chi si adopera per scoprire la verità.

Sono i paradossi della terra lucana, i paradossi di una terra dove i “veri talenti” sono costretti a fuggire, mentre altri talenti lucani restano a difesa del cane a 6 zampe.

 

Gianni Leggieri

Capogruppo M5S Basilicata