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Via Domenico Oliva, strada importante a Tursi, nasce nelle vicinanze della Cattedrale e risale verso l’antico centro storico, piena di voci e di vita sino ad alcuni decenni fa, dove tutti si conoscevano, ognuno con il tipico nomignolo, per essere facilmente identificabile. Tante storie, come in gran parte dei nostri paesi di buon vicinato ed alle quale Rosa Gialdino ha dedicato la sua “filastrocca” presentata a Tursi nel corso della “Giornata nazionale del dialetto” dello scorso mese di gennaio: “C’er’n tante crestiéne / mò nun se sent manch’ nu chéne/ m’sempr’ tant curiuse / ca tant port’ se’ne chius”. (C’erano tanti cristiani /adesso non si sente nemmeno un cane. / Mi sembra curioso / che tante porte sono chiuse). Da questa strada prenderà il via nel tardo pomeriggio del 6 maggio, alle ore 17.30, la quarta edizione di “Invasioni digitali”, anche quest’anno promossa ed organizzata da Rabite Bus, l’azienda tursitana che dedica insieme al proprio team tempo e risorse alla promozione del patrimonio artistico-culturale non solo tursitano. Nelle altre edizioni, spiega Carmela Rabite, “la Rabatana ed il centro storico, hanno costituito uno spazio di osservazione quanto mai interessante per i giovani invasori digitali che hanno colto letture suggestive e particolari come dirupi silenziosi e bianchi calanchi. Le antiche residenze e le più umili dimore hanno rivelato scorci privilegiati e aspetti caratteristici della quotidianità di un tempo quando i diversi quartieri e le strade erano piene di vita e di vitalità popolare e soprattutto quando il senso di comunità era praticamente condiviso da tutti”.  Per questa edizione il tema resta “il vicinato” con le sue storie, arricchito dalla visita ad alcuni palazzi gentilizi che si apriranno agli “invasori” così come spazi privati più modesti dove si respira aria dei tempi andati oppure come lo Studio d’arte di via Toselli dove Luigi Caldararo re/interpreta il passato della comunità in tele dove in modo creativo e seducente rivivono personaggi, natura e colore. Il momento finale sarà nel Palazzo Latronico  così viene descritto da Elisabetta Boccardi nella sua “Guida ai luoghi pierriani” del 2004: “Situato nella parte più bassa del rione San Michele si trova il palazzo Latronico (con annessa cappella), che ha al suo interno un cortile scoperto, una scalinata che porta al piano superiore, circondato da un vasto loggiato, su cui si affacciano gli appartamenti con vetrate esterne colorata; il palazzo è sormontato da una caratteristica torretta”.   In questa suggestiva location, il momento finale di questa edizione di “Invasioni digitali” (che può essere seguita sui social #invasioni digitali. #rabitebus e #tursicreativa) con momenti di animazioni curati da Filippo Cantarella<Per tutti resterà il fascino della ri/scoperta di luoghi che il paziente lavoro ha saputo creare nel corso dei secoli e di “un pomeriggio tursitano” da conservare tra i propri ricordi.