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Il momento è quello del condizionale e delle indiscrezioni, ma la strada sembra tracciata. Il Governo sarebbe intenzionato ad introdurre lo scudo penale per i medici, inserendo la misura in un emendamento nel Milleproroghe. Una decisione che l’associazione Codici boccia senza se e senza ma.

“Un’iniziativa che contestiamo con fermezza – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Ancora una volta l’attenzione è tutta rivolta al personale sanitario e si trascurano, per non dire ignorano, i pazienti. Eppure le cronache raccontano ogni giorno casi di malasanità. Morti tragiche, famiglie che piangono la scomparsa improvvisa del proprio caro senza sapere cosa è successo, per non parlare di diagnosi sbagliate. Chi ha bisogno di uno scudo sono i cittadini, che devono fare i conti con una sanità da codice rosso. Pensiamo alle strutture che mostrano lacune inquietanti, alle liste di attesa sempre più lunghe, ai soccorsi che a volte arrivano con ritardi allucinanti o senza il personale adeguato. E, lo ripetiamo, i casi sono all’ordine del giorno. Poche settimane fa a Roma un quarantenne è andato al Pronto Soccorso per un mal di gola ed è morto. È normale? Siamo parte civile ad un processo in corso ad Agrigento per il decesso di una donna per malaria, che le è stata diagnosticata quando ormai era troppo tardi, nonostante avesse fatto presente che era appena rientrata da un viaggio in Africa, dettaglio che avrebbe dovuto indurre i medici ad approfondire quell’aspetto. Ecco, sono solo alcune delle vicende drammatiche su cui siamo intervenuti negli ultimi tempi. E lasciamo stare il ritornello delle cause spesso archiviate, perché è pura propaganda. Andiamo a leggere le sentenze, come quelle legate alla pandemia, a cui si vuole tornare con questo scudo penale che ripropone lo schema attuato per il Covid. Le responsabilità, chiare ed evidenti, sono state archiviate. Ci risiamo e non è certo une bella notizia, perché ancora una volta si pensa ai medici mettendo in secondo piano i cittadini”.