Nel rispetto dei diritti delle persone indagate e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato attuale, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.
La Polizia di Stato di Matera ha dato esecuzione al provvedimento di Avviso di conclusione delle indagini e contestuale informazione di garanzia sul diritto di difesa ed invito all’interrogatorio, ai sensi dell’art. 415 bis cpp, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Potenza, nei confronti di n. 48 soggetti.
Tutti gli indagati risultano già coinvolti nell’Operazione della Squadra Mobile di Matera e della Squadra di Polizia giudiziaria del Commissariato di P.S. di Policoro denominata “Heraclea”, che ha portato all’esecuzione, nello scorso aprile, di 24 Misure Cautelari Personali, di cui 14 di Custodia Cautelare in Carcere e 10 Obblighi di Dimora e di Presentazione alla P.G. nella provincia di Matera, nello specifico il Comune di Policoro, e la provincia di Bari, ove risiedono alcuni degli indagati.
Le indagini permettevano di riscontrare l’esistenza e l’operatività di un sodalizio di stampo mafioso, attivo sul territorio del Comune di Policoro, facente capo alla famiglia “Mitidieri”, collegato al clan “Scarcia” di Policoro, al ricostituendo clan “D’Elia” di Montescaglioso, al clan “Martorano-Stefanutti” di Potenza, oltre che alle cosche della ndrangheta calabrese e ai sodalizi mafiosi pugliesi.
L’attività investigativa aveva, inoltre, consentito di accertare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, facente capo alla stessa famiglia “Mitidieri” di Policoro, dedita alla compravendita di consistenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, “eroina” e “hashish”, nonché alla coltivazione, trasformazione e commercio della “marijuana”, con una imponente “piazza di spaccio” nel Comune di Policoro e con un portafoglio “clienti” di circa 100 unità.
Nel corso delle indagini veniva altresì documentata l’esistenza di rapporti di forza e di contrasti criminali tra la famiglia “Mitidieri” ed altri gruppi criminali, quali il clan “Schettino” di Scanzano Jonico e la famiglia “Gialdino” di Policoro, concretizzatisi nella commissione di numerosi “reati fine”, quali estorsioni, danneggiamenti, aggressioni, al fine di far percepire sul territorio la forza intimidatrice del clan, la cui compattezza veniva riscontrata nel sostegno agli affiliati in stato di detenzione carceraria, attraverso il pagamento delle spese legali.