Gli organi di stampa tirano in ballo oggi il sottoscritto e ARCI BASILICATA, di cui il medesimo è responsabile immigrazione, in relazione ad una presunta vertenza di 7 lavoratori che si sarebbero rivolti alla CISL. Nel precisare che ARCI non ha ricevuto alcuna comunicazione in relazione a qualsiasi vertenza – non mancando di evidenziare la singolarità di una “non vertenza” che però già conquista la ribalta della informazione regionale – lo scrivente precisa di aver assunto formalmente l'incarico di responsabile immigrazione in data 25 novembre in un incontro con gli operatori dello SPRAR presso la sede ARCI di Potenza in cui venivano evidenziate le criticità del progetto e le concrete modalità per superarle. Dopo appena 5 giorni, si dimettevano 7 persone, tutte contestualmente e senza preavviso, tra cui il coordinatore e responsabile dei progetti SPRAR - che ne aveva avuto la gestione e il coordinamento fino a quel momento - senza che mai nessuno avesse avanzato formalmente (probabilmente comprendendo le difficoltà circa i pagamenti delle P.A., che si riscontrano in tutta Italia) richieste di pagamento. Il coordinatore responsabile (e gli altri 6 operatori che lo coadiuvavano e supportavano) aveva anche appena proceduto alla rendicontazione dei progetti fino al periodo luglio/agosto. E' quindi singolare che si parli di un ritardo nei pagamenti, imputandolo al sottoscritto, per una gestione mantenuta da uno dei rappresentati della CISL. È vero al contrario che lo scrivente, nella sua qualità di responsabile immigrazione, nel proficuo rapporto intrattenuto con istituzioni e istituti di credito in questo breve lasso di tempo, nei prossimi giorni sarà in grado di azzerare i crediti dei lavoratori dimessisi e essere al passo con il pagamento degli stipendi per tutti i circa 40 dipendenti di ARCI BASILICATA impegnati nei progetti di accoglienza in tutta la regione, oltre che degli altri creditori. In questo modo, il sottoscritto, nella sua spiegata qualità, ovvierà alle inefficienze di chi ha gestito i progetti fino alle dimissioni di cui sopra. Fatta questa breve premessa, lo scrivente comprende bene come alcuni degli operatori di ARCI possano non condividere le scelte di rafforzamento organizzativo della associazione, compresa quella di dare incarico al medesimo quale responsabile regionale della immigrazione, e anche che 5 giorni possano essere stati sufficienti per farli determinare nel senso di rassegnare le dimissioni, perché evidentemente non gradito, tuttavia il medesimo non può in alcun modo accettare che ARCI BASILICATA possa essere associata, per quanto implicitamente e subdolamente, ad un presunto utilizzo illecito dei fondi pubblici, o a qualsivoglia malversazione o utilizzo improprio, ragione per quale valuterà ogni azione, specie considerando che le responsabilità del periodo in questione, come detto, erano di altri. Più in generale, dispiace che in un momento nel quale viene riconosciuto anche a livello nazionale (con diversi servizi pubblicati da emittenti televisive nazionali ed europee) la bontà del modello di accoglienza che ARCI BASILICATA persegue vi sia chi si presti a strumentalizzazioni già avvenute in passato e per le quali ci si riserva di valutare le implicazioni specie in vista di importanti appuntamenti compresi le imminenti scadenze di bandi pubblici.