I Consorzi di Bonifica della regione Basilicata rappresentano in maniera chiara i tipici bubboni utili solo ad aumentare il debito pubblico anziché salvaguardare la difesa del suolo, la regolazione delle acque, l’irrigazione e l’ambiente in generale. Quanto affermato non è una novità, dato che sono stati proprio i loro conti in rosso a spingere la Giunta "rivoluzionaria", si fa per dire, di Pittella a nominare un Commissario unico, Giuseppe Musacchio, per rilanciare e riformare i tre enti.
Eppure pare proprio che così non è stato. Il rosso dei conti non sembra aver mutato colore e anche la gestione pare che abbia lasciato molto a desiderare.
Un esempio lampante è la gestione da parte di Musacchio della questione inerente la realizzazione di opere nel distretto g dello schema idrico Basento-Bradano, che esporrebbe a diversi rischi di natura economica la Regione Basilicata, tra l’altro fresca di bocciatura da parte della Corte dei Conti per un bilancio non proprio regolare.
Precisamente, la ditta aggiudicatrice della gara riguardante l’assegnazione dei lavori, ha più volte denunciato l’ingiustificato ritardo della sottoscrizione del contratto da parte dei rappresentanti del Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano.
Sembrerebbe proprio che detta inerzia espone la Regione Basilicata a vedersi sfumare il finanziamento dell’opera avvenuto con Delibera CIPE del 2006 per un importo di circa 80 milioni di euro.
Non solo, la mancata realizzazione dell’opera stessa, provocherebbe un danno inestimabile per l’occupazione regionale, sia per ciò che riguarda le aziende agricole dell’area interessata dai lavori, che attendono da circa 40 anni un sistema irriguo efficiente, e sia per quanto riguarda l’assunzione di un centinaio di operai edili legati all’esecuzione del progetto.
In ultimo, oltre il danno anche la beffa rappresentata dalla richiesta di risarcimento avanzata dalla ditta D’Agostino quantificata in 7 milioni di euro.
Alla gestione discutibile del commissario unico si deve aggiungere una riforma dei tre enti che prevede un paracadute per i conti in rosso degli stessi. Una riforma pittelliana nella quale i crediti e i debiti maturati e maturandi alla data del 31 dicembre 2017 rimarranno a favore o a carico dei rispettivi Consorzi. Inoltre, il testo della riforma prevede anche che in caso di eventuale passività (debiti) sarà la Regione a intervenire per favorire la chiusura delle liquidazioni.
In parole povere, dato che sarà difficile, se non impossibile, vedere per fine 2017 un chiusura quanto meno in pareggio della liquidazione dei tre enti, le passività verranno risolte con l’intervento di denaro pubblico a carico dei cittadini. Parliamo di un debito di circa 60 milioni di euro.
Appare quindi chiaro il fallimento della conduzione Musacchio e la pericolosità di una sua continuazione.
Questi e altri sono i punti toccati nell'interrogazione che ho presentato, e nella quale si chiede di valutare se sussistono i presupposti per valutare la rimozione del Dott. Musacchio dall’incarico di commissario unico dei tre consorzi di bonifica.
Se ciò dovesse accadere, si auspica che la nuova nomina avvenga con criteri di selezione pubblica e non di nomina diretta, allora si che potremmo iniziare a parlare di azioni rivoluzionarie.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata