AGR Le più recenti dinamiche del credito mostrano a dicembre 2016 un aumento tendenziale dello 0,2% dei prestiti alle società e alle imprese mentre i prestiti al totale delle famiglie aumentano dell’1,9%. Gli ultimi dati sui prestiti per dimensione di imprese relativi a novembre 2016 indicano un aumento dello 0,4% per i prestiti alle imprese medio-grandi mentre persiste il calo per le imprese di minor dimensione con i prestiti alle imprese con meno di 20 addetti in flessione del 2,0%. Il ristagno del credito alle imprese potrebbero influenzare negativamente la dinamica degli investimenti, che per il 2017 sono previsti in salita del 2,4%. Sono dati diffusi dal Centro Studi Confartigianato
«Bisogna credere di più nell’artigianato e nel valore che genera. E bisogna farlo oltre le parole, coi fatti e col denaro». E’ il commento del presidente regionale Confartigianato Basilicata Antonio Miele che suffraga la sua considerazione con altri numeri.
Il gap del costo del credito fra le imprese del Sud e quelle del centro-nord è pari a 220 punti base; i tassi più elevati si trovano in sette regioni: Calabria (8,5 per cento), Sicilia (7,38 per cento), Molise (7,15 per cento), Puglia (7 per cento), Campania (6,80 per cento), Basilicata (6,77 per cento) e Abruzzo (6,25 per cento). A livello provinciale ‘maglia nera’ per il denaro più costoso a Carbonia-Iglesias (9,83%), seguita da Enna (9,50%), Reggio Calabria (9,20%), Cosenza (9,03%), Crotone (9,00%). In Basilicata: Potenza è al 7,19% e Matera al 6,26%.
Dai calcoli del nostro Centro Studi – dice ancora Miele - il credito per le imprese artigiane è calato di oltre 11 miliardi negli ultimi 4 anni. E sempre dal nostro osservatorio, il rilancio dei prestiti alle imprese non si vede affatto. I primi dati di quest’anno confermano le tendenze già presenti negli scorsi anni. Per le piccole imprese con meno di 20 addetti permane un calo dell’1,7 per cento. Ma non è soltanto questione di quantità di credito. Anche la sua qualità lascia a desiderare: «Per gli artigiani e le piccole imprese – continua il presidente Confartigianato - il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi e in confronto a quanto avviene nella media europea». Un gap che non si spiega visto che «le sofferenze delle micro imprese sono quelle che le banche recuperano più facilmente perché le imprese individuali e le società di persone sono le più facilmente ‘aggredibili’ dal punto di vista patrimoniale. Le dichiarazioni di ottimismo che arrivano da varie parti – conclude – si scontrano quindi con la realtà vissuta da quanti sono titolari di laboratori e piccole attività da noi e al Sud”.
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