Un rito antichissimo che affonda le sue radici nei cerimoniali pagani propiziatori legati al culto della terra e della transumanza delle mandrie di mucche. E’ il Campanaccio di San Mauro Forte, connubio tra culto pagano e venerazione religiosa per Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.
I suonatori dei campanacci aprono la sfilata facendo tre giri intorno alla chiesa di San Rocco dove è custodita la statua del Santo.
Inizia così una festa che si rinnova ogni anno caratterizzata dal ritmo cadenzato del rumore fragoroso di grossi campanacci appesi al collo, non di animali ma, di uomini e donne, liberi scampanatori, che percorrono le vie del borgo lucano.
Un suono quasi ipnotico che pervade le strade ed i vicoli, rimbomba tra gli antichi palazzi sale fino all’antica torre normanna, dilaga tra i secolari ulivi della vicina campagna, per andare poi a morire lontano.
Il tempo l’ha mantenuto inalterato tramandandolo attraverso la conoscenza popolare e le antiche tradizioni, carico di arcaici ed unici sapori.
Una miscela di suoni, colori e profumi che ogni anno richiama turisti, studiosi e curiosi.
La manifestazione 2020 abbraccia le giornate dal 15 al 20 gennaio ma la sua giornata più intensa è prevista per sabato 18 gennaio.
Sarà in questa data, infatti, che “Il Campanaccio” sconvolgerà la quieta e sonnolenta esistenza del paese con il frastuono di centinaia di batacchi.
Un suono rudimentale ma coordinato, quasi ad intonare un concerto che racconta l’emozione e la storia di un territorio.
Un sordo e fragoroso rumore, metafora del risveglio dell’uomo immerso nel suo invernale torpore e timoroso per l’inizio della nuova stagione da cui dipenderà la sua sopravvivenza.
“Lo strumento” suonato abilmente dallo scampanatore, diventa, linguaggio dai molteplici significati ed interpretazioni, dice Angelo Tricarico, assessore alla cultura.
La campana è fertilità, è magia, è potere benefico, è l’assicurarsi di un prospero raccolto è il potere di allontanare tempeste è la benedizione che conclude una preghiera cristiana è il bene ed il male è oggetto sacro e profano è lo strumento per allontanare l’inverno. Più semplicemente è la rinascita”.
Il fragore continua per ore ed ore fino a che tutti i gruppi di scampanatori non avranno percorso, ad un ritmo lento, tutte le stradine del paese a volte fino all’alba che illumina un nuovo giorno.