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caporalato_metaponto_medici_senza_frontiere.jpgDuemila braccianti, costretti a vivere in baracche fatiscenti, caratterizzate da pessime condizioni igienico - sanitarie, molto spesso prive di acqua potabile. L’associazione Medici Senza Frontiere, in collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali, ha constatato, con oltre 900 visite effettuate in cinque mesi, le precarie condizioni di vita dei migranti impiegati come braccianti a Metaponto, frazione di Bernalda. Molto spesso queste persone non hanno, neanche, la possibilità di ricevere le cure mediche necessarie. Avvalendosi di una clinica mobile, i medici hanno rilevato una situazione preoccupante: sono stati riscontrati problemi respiratori e gastrointestinali per una persona su quattro, mentre in molti casi i migranti hanno sofferto di dermatiti e reazioni allergiche riconducibili alle cattive condizioni igienico sanitarie degli alloggi. Più della metà dei pazienti ha affermato di avere problemi di accesso al sistema sanitario, sebbene oltre il 30% dei migranti abbia dichiarato di vivere in Italia da più di otto anni. Il 43%, ossia meno della metà delle persone visitate possedeva una tessera sanitaria, mentre il 27% aveva una tessera sanitaria scaduta e, nonostante un permesso di soggiorno valido, ha riscontrato difficoltà nel rinnovo non avendo la possibilità di dichiarare una residenza. Le difficili condizioni di vita e lavoro sono state rilevate nella stragrande maggioranza dei casi, ossia in 785 su 910, con diverse conseguenze: in un paziente su tre sono state riscontrate infiammazioni muscolo - scheletriche, mentre uno su quattro ha manifestato sintomi relativi a problemi respiratori e gastrointestinali, dermatiti e reazioni allergiche. In molti casi sono state diagnosticate, proprio durante le visite alla clinica di Medici Senza Frontiere, malattie croniche come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, respiratorie o patologie ai reni. Gli operatori, tra luglio e novembre, hanno anche offerto cure mediche in sette insediamenti, tra cui l’ex-Felandina, dove a causa di un incendio perse la vita una migrante nigeriana. Medici Senza Frontiere ha, inoltre, passato il testimone all’associazione locale LOE-UISP, che si avvale anche dell’operato di medici volontari, e a cui sono stati donati il camper dell’unità mobile, le attrezzature mediche e le scorte di farmaci.
Antonella Domenica Gatto