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Un blocco nei criteri di accreditamento dei centri radiologici da parte della Regione Basilicata, che di fatto accentua le difficoltà nei riguardi non solo dell’utenza, ma anche della burocrazia e delle istituzioni. È la situazione che viene sollevata dal centro radiologico e poliambulatorio specialistico denominato “Mediagnostica”, operativo a Policoro in provincia di Matera.
Una struttura sanitaria che, sin dalla sua apertura, ha inteso tutelare il diritto alla salute e di scelta dei pazienti (che, quindi, hanno l’ovvio interesse di tutelare senza ritardi la propria salute prevenendo e diagnosticando per tempo determinate patologie) a mezzo di notevoli investimenti e, quindi, autofinanziandosi e senza mai chiedere contributi pubblici per l’avviamento aziendale o per l’acquisto dei macchinari presenti in ambulatorio.
Un centro che dà lavoro a tante persone, e, nonostante gli evidenti ostacoli che si frappongono, sta valutando la possibilità di acquisti di ulteriori macchinari, tra cui un mammografo digitale con tomosintesi e diagnosi assistita con sistema CAD, contribuendo ad un percorso volto ad aiutare la regione alla prevenzione ed alla celerità delle diagnosi.
Sono tuttavia anni, sin dall’anno 2016 e sin da prima di ottenere l’autorizzazione regionale alla realizzazione e all’apertura, che Mediagnostica ha dovuto instaurare ed affrontare contro la Regione Basilicata diversi giudizi innanzi al TAR Basilicata ed innanzi al Consiglio di Stato, che sino ad ora hanno sempre dato ragione agli interessi legittimi perseguiti dalla struttura sanitaria stessa; in particolare, le decisioni giurisdizionali si sono soffermate sui principi costituzionali e comunitari diretti alla tutela della salute in primis e della concorrenza poi, nonché sul diritto di scelta del paziente ad individuare la struttura sanitaria a cui rivolgersi. 
Anche l’AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato) su esposto di Mediagnostica ha provveduto (alla fine dell’attività istruttoria) a dare mandato all’avvocatura dello Stato affinché determinati provvedimenti amministrativi dell’amministrazione regionale fossero impugnati in quanto lesivi dei principi di concorrenza delle imprese ed, anche e soprattutto, lesivi del diritto della salute e quindi del diritto di scelta del paziente per l’individuazione della struttura  sanitaria cui rivolgersi.
“Sono anni ormai che viene impedita, a quanto pare illegittimamente (come certificano i provvedimenti giurisdizionali e dell’AGCM) - la possibilità a Mediagnostica di concorrere con altre strutture sanitarie per l’accreditamento sanitario, per poi conseguentemente concorrere alle convenzioni con il SSN (o meglio con le diverse Aziende Sanitarie) nel pieno rispetto delle norme sulla concorrenza nel mercato e con riferimento alla tutela del diritto alla salute, meglio anche garantito con la presenza di più operatori sanitari sul mercato – spiegano gli avvocati Francesco Antonio Zaccone e Giuseppe Ursone -. Cionondimeno, gli atti ancor oggi adottati dagli apparati burocratici della Regione si pongono in netta elusione dei pronunciamenti intervenuti”.
I responsabili del centro, pertanto, portano l’annosa vicenda all’attenzione anche dei Presidenti della Regione e della Provincia, auspicando che si possa legittimamente trovare una soluzione non solo nel doveroso rispetto del diritto di concorrenza di impresa, ma anche e soprattutto nella tutela del legittimo interesse del paziente/malato alla tutela della propria salute per rivolgersi/scegliere liberamente la struttura sanitaria privata a cui rivolgersi, con la consapevolezza che, anche presso quest’ultima possa vedersi riconosciuto/concesso il diritto all’esenzione (se dovuta) dal pagamento della prestazione sanitaria di cui si abbisogna con conseguente ed ulteriore abbattimento delle liste di attesa.