Le recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio che in merito a quanto sta accadendo in Basilicata ha parlato di "polemiche spesso frutto di provincialismo" sono inaccettabili perchè frutto di una grossolna approssimazione e scarsa conoscenza dei fatti.
Infatti, non possiamo credere che una delle più alte cariche istituzionali in Italia possa liquidare un incidente rilevante accaduto in un'industria soggetta alla Seveso III in questo modo e pur essendo consapevole del disastro ambientale in atto in Lucania.
Evidentemente Gentiloni non è in alcun modo a conoscenza di quello che sta accadendo in Basilicata, non sa dei milioni di litri di petrolio dispersi del suolo, non è a conoscenza delle inchieste giudiziarie svolte dalla Procura di Potenza e del rinvio a giudizio di Eni e di alcuni suoi dirigenti per gravi ipotesi di reato proprio in materia ambientale e non saprà neanche che nella nostra martoriata terra addirittura la Regione Basilicata comunica alle associazioni ambientaliste che non sono ammesse a partecipare alle Conferenze di Servizio per l'approvazione di Piani di Caratterizzazione e di bonifica dall'inquinamento.
Le responsabilità politiche, e non solo di Gentiloni sono gravissime così come il silenzio della politica lucana rimasta ancora una volta ferma in silenzio rispetto alle affermazioni di un Premier che sente la necessità di intervenire sulla questione della perdita di petrolio dal cento OIL di Viggiano difendendo il ruolo svolto da Eni e senza però spendere alcuna parola per il popolo lucano chiamato così a pagare ancora una volta un prezzo altissimo.Gentiloni nulla forse sa di quello che accade da oltre vent'anni in Basilicata così come non sa che il centro Oil di Viggiano è stato realizzato, sempre con la collusione di una politica inetta e incapace di difendere gli interessi dei cittadini, a monte dell'invaso del Pertusillo, luogo sicuramente inadatto per preservare l'integrità del più grande bacino di acqua potabile d'Europa.
Inoltre, il petrolio che Eni ha perso in tutti questi mesi e la sua migrazione nel sottosuolo nessuno sembra possa fermarlo e nonostante l'evidenza di un incidente che mette in luce una serie di inadempienze Gentiloni piuttosto che parlare degli agricoltori, degli allevatori e degli abitanti della Lucania e della Puglia che quell'aqua la bevono e la utilizzano per irrigare i loro campi, piuttosto preferisce sostenere la bontà sempre e comunque dell'operato di Eni quando in realtà avrebbe dovuto chiedere chiarimenti e pretendere il rispetto delle regole e della legge.
Gentiloni avrebbe dovuto usare più prudenza e soprattutto rispetto del popolo lucano che sta cercando in tutti questi anni di far sentire la sua voce, i suoi diritti, sempre e comunque calpestati.
E' per questo motivo che chiediamo al Presidente del Consiglio di venire in Basilicata per visitare il centro OIL di Viggiano,per vedere con il suoi occhi le cisterne e le pompe che aspirano, da mesi, il petrolio fuoriuscito, per leggere le ordinanze di divieto di utilizzare l'acqua per irrigare i campi e il divieto di far pascolare gli animali.
Invitiamo così il Premier a venire a sentire e ascoltare la gente che vive sulla propria pelle questo dramma e che teme per la salute dei suoi figli e Lo invitiamo soprattutto a chiedere scusa ai Lucani per le sue affermazioni che hanno il sapore non solo della beffa.
La Basilicata, purtroppo, rischia di diventare ( se già non lo è) una nuova terra dei fuochi e a quel punto sapremo, in un futuro non troppo lontano, chi sono i responsabili per azioni ma anche per omissioni.
Avv. Giovanna Bellizzi, Avv. Grazia Antonio Romano, Avv. Rocco Viggiano, Ing. Antonio Alberti