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Il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese“Il 2 giugno festeggiamo il compleanno dell’Italia repubblicana ma anche la celebrazione di una vittoria, quella della dignità umana e della libertà. La guerra in Ucraina ci conferma che la libertà non è acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve”. E’ uno dei passaggi del discorso che pronuncerà oggi il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno.

“Oggi, 2 giugno 2022 – è il pensiero di Marrese - ricorre il 77 ° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana che, il 2 e 3 giugno 1946, dopo un’estenuante guerra e una lunga dittatura si dava una nuova forma di governo con un referendum aperto a tutti, in cui prevalse per scelta popolare con oltre due milioni di voti la forma repubblicana su quella monarchica.

È un po’ quindi il compleanno dell’Italia repubblicana, di un’Italia già da tempo unita ma che solo allora, dopo due guerre mondiali e la caduta del fascismo, seppe risorgere con uno slancio d’orgoglio e riprendere con decisione e con forza le redini del proprio destino dandosi una moderna e rinnovata forma di governo che è garanzia ancora ai nostri giorni di democrazia. Fu infatti questo un risultato così grande e una conquista così importante per la storia d’Italia che i Padri costituenti lo vollero consolidare fermamente nella Carta costituzionale introducendo l’ultimo articolo, il 139°, il quale recita che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione.

La Festa della Repubblica è la celebrazione di una vittoria. Quella della democrazia su cui si fonda la nostra storia costituzionale dal 1946. Con essa si intende commemorare un successo, l’affermazione della dignità umana e della libertà come orizzonte del nuovo ordinamento. 

Il 2 giugno si celebra una giornata dal profondo valore civico, che si caratterizza per la solennità e la voglia di partecipazione. Quest’anno la manifestazione assume particolare valore, poiché si svolge dopo due anni di fermo imposto dal Covid, nel pieno della crisi internazionale causata dalla guerra in Ucraina che ci conferma che la libertà non è acquisita una volta per sempre e che, per essa, occorre sapersi impegnare senza riserve. Questo impegno vale ovunque. In Europa come in Italia.

Per questo oggi la festa della Repubblica assume un significato ancora più profondo e partecipato.

L’Italia di oggi sta svolgendo un ruolo determinante e attivo in termini di accoglienza e inclusione dei profughi dell’Ucraina, facendosi carico di servizi di assistenza nei territori del Paese. L’Italia di oggi vuole definitivamente rialzarsi dopo un’emergenza che è stata prima sanitaria e poi economico sociale. Dopo due anni di chiusura forzata, le attività stanno gradualmente riaprendo e con grandi sacrifici ci apprestiamo a tornare ad una nuova normalità. La speranza è che questo sia proprio l’inizio di un futuro più sereno per tutti, con nuove consapevolezze e più attenzioni verso l’altro.

Il 2 giugno non è solo la Festa della Repubblica come commemorazione del suo passato ma anche esaltazione del suo presente e del suo futuro. Partire dal 2 giugno significa ripartire dalla Costituzione, da questo luogo di memoria che si fa futuro!

Compito delle nostre Istituzioni è proprio quello di assicurare nel presente e nel futuro la democrazia e la libertà e pari dignità di tutti. Noi uomini delle Istituzioni dobbiamo impegnarci, utilizzando le risorse oggi offerte dal piano europeo di ripresa, ad attivare riforme che possano incidere positivamente e in modo duraturo sulla vita dei cittadini.

Il tricolore che ci ha accompagnati in tanti momenti di sofferenza, ci ricorda di essere un popolo unito da una storia, una cultura e un insieme di valori che sono le basi per garantire un futuro migliore ai nostri meravigliosi giovani.

Esorto soprattutto i giovani ad amare la Costituzione, a metterla in pratica, a fare in modo che il suo rispetto stia scritto, oltre che nei suoi articoli, nelle vostre coscienze e nei vostri comportamenti.

Viva la Costituzione, viva la Repubblica, viva l’Italia!”