La mortificazione dei lavoratori e delle categorie più fragili del nostro Paese sembra essere l’obiettivo primario di questo governo di centrodestra. Se così non fosse, infatti, sarebbe difficile comprendere alcune scelte, tra cui, ad esempio, l’ostinata e ottusa contrarietà al salario minimo quale indispensabile strumento per arginare il crescente fenomeno dei lavoratori poveri. Un fenomeno che, tra le altre cose, sembra essere destinato ad aumentare.
Così, se da un lato aumentano l’inflazione, il costo della vita, il costo della benzina e pure le rate dei mutui, dall’altro, diminuisce il PIL e restano bloccati anche i salari. Se questo è lo scenario, il risultato è già scritto e coincide con l’aumento della povertà assoluta e relativa. Così come aumenterà la fatica di coloro che, pur lavorando e anche tanto, non riusciranno a sbarcare il lunario. È notizia delle ultime ore che una frustrazione di questo tipo è stata inflitta alle migliaia di lavoratrici e lavoratori della vigilanza privata dal TAR della Lombardia (IV Sezione), che ha annullato il provvedimento con cui, nel dicembre 2022, l’Ispettorato del Lavoro impose alla cooperativa Servizi Fiduciari, appartenente al consorzio Sicuritalia Group Service, l’applicazione del contratto nazionale multiservizi. Questo tipo di contratto, infatti, risulta essere più vantaggioso per i dipendenti, diversamente da quello dei servizi fiduciari, che invece prevede stipendi più bassi. Dunque, semplificando, questi lavoratori - spesso costretti a turni faticosi ed esposti a forti rischi per la propria sicurezza, nel tentativo di garantire quella altrui - dovranno tornare a lavorare per cinque euro all’ora.
No, non è accettabile e non dovrebbe esserlo neanche per i “patrioti” d’Italia.
Così, mentre la Germania che ha già il salario minimo a 12 euro prevede di aumentarlo proprio a causa dell’inflazione, in Italia il centrodestra si rifiuta di portarlo almeno a 9 euro, calpestando in questo modo la dignità del lavoratore.
Ora, se è facile comprendere come il centrodestra sia poco interessato al tema del lavoro e della dignità dei lavoratori, è invece difficile capire come questo governo possa ignorare gli effetti di un lavoro sottopagato in costante crescita: se il lavoratore ha un basso potere di acquisto, va da sé che potrà spendere pochissimo, dunque a risentirne sarà l’economia di tutto il Paese.
Pertanto, come da dieci anni a questa parte, il M5s chiede con forza l’istituzione di un salario minimo legale, a beneficio della vigilanza privata, delle guardie giurate e delle migliaia di lavoratrici e lavoratori sottopagati.
Nei prossimi giorni torneremo in piazza con i banchetti per la raccolta firme.
Alessia Araneo
Coordinatrice M5s provincia di Potenza
Viviana Verri
Coordinatrice M5s provincia di Matera