“La nota del nostro vice presidente Federico Valicenti sul ‘corto circuito’ che servirebbe alla Basilicata sta facendo molto discutere.
Per alimentare il dibattito, oggi aggiungiamo altre cinque grandi questioni che sono strettamente correlate ai punti proposti da Valicenti”.
Lo afferma Medinlucania in un’altra nota dedicata al futuro della regione.
“La prima questione, che è alla base di tutto, - spiega l’associazione - riguarda il coinvolgimento di nuove energie: giovani, donne, professionalità, competenze, intelligenze che, insieme alla valorizzazione delle esperienze più valide, possano significare il rilancio delle classi dirigenti lucane.
Le altre questioni, che riteniamo prioritarie, e di cui ci siamo già occupati nei mesi scorsi, sono: ‘la Basilicata al centro del Meditteraneo’, la gestione della sanità, l’impatto delle estrazioni petrolifere, l'utilizzo pubblico della risorsa acqua.
Sull’enorme tema ‘la Basilicata al centro del Meditteraneo’ - precisa Medinlucania - abbiamo già detto che la nostra regione deve proiettarsi verso i nuovi contesti che si stanno aprendo nell’ambito della strategia euro-mediterranea dell’Ue e rispetto alle prospettive politico-economiche per il Mezzogiorno (migliaia di posti di lavoro). Per poterlo fare occorre esprimere una forte visione e capacità programmatica e di negoziazione e avere un ruolo da protagonista a Roma e a Bruxelles.
Altra tematica, la gestione della sanità. Su questa materia, la Basilicata, negli ultimi anni, è regredita: è tra le ultime regioni nella spesa per singolo abitante; i poveri non riescono a curarsi perchè non hanno le stesse possibilità dei benestanti; le liste di attesa per le visite sono infinite; migliaia di lucani sono costretti ad andare fuori regione. Su tali questioni, la Regione dovrebbe eliminare le nomine politiche e “copiare” quello che viene fatto nelle regioni italiane virtuose.
Occupiamoci ora - continua l’associazione - delle estrazioni petrolifere.
Su questo, preso atto che ci sono leggi nazionali da rispettare e accordi già sottoscritti, occorrerebbe agire su tre aspetti: maggiori controlli e attenzione sull’impatto ambientale (il tema macchie scure nella diga del Pertusillo non può rimanere aperto); una verifica, attraverso soggetti terzi, della quantità di petrolio e gas estratti e sulle royalties percepite; un piano di interventi e finanziamenti per le bonifiche dei pozzi inattivi, degli impianti, dei terreni inquinati e delle falde acquifere da effettuare quando le estrazioni termineranno.
Ultimo punto, l’acqua. La risorsa naturale più preziosa della Basilicata.
Sull’acqua lucana - attacca Medinlucania - vanno bloccate le speculazioni, gli affari e gli interessi privati.
Questo bene deve essere totalmente pubblico e deve arrivare nelle case dei lucani al solo costo delle spese vive per la distribuzione. Basta enti, spa, presidenze e consigli di amministrazione nominati dalla politica.
L’acqua è dei lucani e la devono gestire i lucani, con un unico ente regionale, snello e trasparente, e alle giuste condizioni quando viene fornita ad altre regioni.
Infine, come dicevamo sopra, oltre a tutto questo, ci sono i temi presentati nella nota del nostro vice presidente Federico Valicenti.
Per chi non li avesse colti, - conclude l’associazione - li riassumiamo in estrema sintesi: no ad una classe dirigente senza visione, no al familismo, no alle lobby di interessi e agli interventi a pioggia; sì ad azioni immediate contro il disagio sociale e lo spopolamento con un piano per le giovani coppie e per gli anziani, con un progetto per trasformare i paesi lucani in luoghi di benessere (tele-medicina; trasporti innovativi), con la valorizzazione del Pollino e dei Parchi lucani come concetto di vita lenta e sostenibile.
Queste sono le sfide che deve affrontare la Basilicata, tutto il resto è ordinarietà, pressapochismo, miopia, propaganda.
Scorciatoie non ci sono. Serve ‘nu turramot’”.