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L’articolo 1 del D. Lgs. N. 102 del 29/03/2004 prevede la costituzione del Fondo di solidarietà nazionale che dovrebbe intervenire nel caso di calamità naturali, tra cui eventi di avversità atmosferiche, ma anche per i danni causati da animali protetti. Il Fondo andrebbe a riconoscere “interventi compensativi, esclusivamente nel caso di danni a produzioni, strutture e impianti produttivi non inseriti nel Piano di gestione dei rischi in agricoltura”. L’articolo 5 del Decreto recita che “Possono beneficiare degli interventi del presente articolo, le imprese agricole che abbiano subito danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile.”
La procedura per richiedere la dichiarazione dello stato di calamità naturale è prevista dall’articolo 6 del Decreto secondo il quale “le regioni competenti, attuata la procedura di delimitazione del territorio colpito e di accertamento dei danni conseguenti, deliberano, entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla cessazione dell'evento dannoso”. A seguire, “il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, previo accertamento degli effetti degli eventi calamitosi, dichiara entro trenta giorni dalla richiesta delle regioni interessate, l'esistenza del carattere di eccezionalità delle calamità naturali, individuando i territori danneggiati” e i fondi da destinare alle aziende.
È sotto gli occhi di tutti che i danni causati dai cinghiali sono oramai presenti su tutto il territorio agricolo della Regione Basilicata e sono così diffusi e gravi da aver superato la soglia del 30 per cento della produzione lorda vendibile prevista dalla legge. La Regione Basilicata si fa carico annualmente di un ammontare considerevole e crescente di danni da fauna selvatica impiegando risorse proprie che invece potrebbero essere adoperate in azioni di riduzione della numerosità della popolazione di cinghiali sul territorio regionale. Va detto però che la Regione Basilicata risarcisce gli agricoltori soltanto del danno al frutto pendente, mentre i cinghiali hanno determinato in questi anni considerevoli danni agli impianti (branche e rami, radici, piante, serre, recinti, pacciamature, ecc.) ed inoltre anche al frutto degli anni futuri.
La situazione è diventata insostenibile in ogni angolo del territorio regionale al punto da aver determinato in molti areali l’abbandono dei campi e l’esasperazione di migliaia di agricoltori che vedono lesi non solo i propri prodotti, i propri impianti produttivi, ma anche i propri diritti costituzionali alla salute, alla sicurezza, al lavoro e alla libera attività economica. È dovere dell’Ente proprietario della fauna selvatica, la Regione Basilicata, provvedere in ogni modo a ristorare i danneggiati per tutte le possibili manifestazioni di danno e non soltanto per quelle ai frutti pendenti, oltre a dover fare tutto il possibile per ridurre la popolazione di cinghiali affinchè gli agricoltori possano tornare al proprio lavoro e gli automobilisti possano circolare sulle strade senza il timore di subire un incidente stradale, dalle conseguenze imprevedibili.
Per questi motivi MuoviAmo Tursi ha chiesto alla Regione Basilicata di procedere all’attivazione della procedura di dichiarazione dello stato di calamità naturale per danni causati da animali protetti, in questo caso i cinghiali, ai sensi del D. Lgs. N. 102 del 29/03/2004 su tutto il territorio regionale.
Antonio Di Matteo - Consigliere comunale di MuoviAmo Tursi